Ricatti a “luci rosse” al prelato: coppia nei guai

Due montesilvanesi sono accusati di avere raggirato a scopo di estorsione un prete per 700mila euro

Ricatti a “luci rosse” al prelato: coppia nei guai

Anche Monsignor Tommaso Valentinetti, l’Arcivescovo di Pescara-Penne, è intervenuto nel processo, in qualità di teste dalla difesa, per testimoniare sul presunto ricatto a luci rosse di cui sarebbe stato vittima Don Camillo Lancia un prete della sua diocesi. Sono stati imputati di estorsione una coppia, marito e moglie, mentre il figlio della coppia è imputato di riciclaggio. Tutto è iniziato nel 2014 quando il prelato, subendo il fascino della donna, inizia un corteggiamento insistente. Alla fine nel febbraio del 2016, che era anche sua parrocchiana, lo invita a casa sua in un giorno quando il marito non avrebbe dovuto esserci. E sul più bello, quando i due erano sul punto di spogliarsi, ecco che arriva il marito che coglie in flagrante la coppia. Da quel punto, secondo quanto esposto nella denuncia del sacerdote, inizia il ricatto con una pressante richiesta di denaro, che ammonterebbe a circa 750.000 euro secondo la difesa e a 500.000 euro secondo la Procura. Don Camillo, per procurarsi il denaro, si sarebbe indebitato e avrebbe chiesto denaro perfino ai parrocchiani fino a quando, esasperato dalle esorbitanti richieste di denaro, non si decise a sporgere denuncia. Monsignor Valentinetti, nella sua testimonianza, ha dichiarato di aver dovuto trasferire Don Camillo Lancia dalla chiesa di cui era parroco a Città Sant’Angelo, in una parrocchia di Pescara e successivamente al Volto Santo di Manoppello per fare gli esercizi spirituali.