“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Renzi benedice D'Alfonso: «Possiamo recuperare l'Abruzzo»
Il Premier segretario del Partito Democratico non risponde sul "caso" che riguarda il candidato governatore in vista delle elezioni del prossimo 25 maggio
ENDORSEMENT RENZIANO SU D'ALFONSO: CI PRENDEREMO L'ABRUZZO. «Non credo che si tratti di una tornata elettorale difficile, drammatica per noi. Il Partito democratico è forte e strutturato e credo che, al di là delle elezioni europee, nelle amministrative possa recuperare il Piemonte, l’Abruzzo, Prato e qualche altro comune». Una previsione netta, quella del presidente del Consiglio, nonchè segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi rilasciata all'Ansa. Ma nessun riferimento da parte del rottamatore fiorentino alla "spina" che vede protagonista un suo pupillo: Luciano D'Alfonso, mr.32mila preferenze, incoronato a furor di popolo candidato governatore del centrosinistra.
Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è quello della credibilità che si legge col nome di di Carta di Pisa, inclusa negli accordi di coalizione, Ia quale stabilisce a pagina 12 e 13 che "In caso sia rinviato a giudizio o sottoposto a misure di prevenzione personale e patrimoniale per reati di corruzione, concussione, mafia, estorsione, riciclaggio, traffico illecito di rifiuti, e ogni altra fattispecie ricompresa nell’elenco di cui all’art. 1 del Codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione parlamentare antimafia nella sedutadel 18 febbraio 2010, l’amministratore si impegna a dimettersi ovvero a rimettere il mandato".
D'Alfonso attualmente è candidabile. Non ha incarichi nella pubblica amministrazione. Ma se dovesse vincere allora, per rispetto di quanto sottoscritto, dovrebbe dimettersi nonostante il processo di appello, dal quale in primo grado è stato dichiarato assolto, potrebbe risolversi anche con una conferma della sentenza di primo grado. E' lo stesso diretto interessato ad ammetterlo a Il Fatto Quotidiano. «Se il partito me lo chiederà io mi dimetterò», così al giornalista Antonio Massari che gli domandava come si sarebbe comportato, qualora il 26 maggio fosse risultato il vincitore delle elezioni regionali.
La "spina" D'Aldonso esiste: questo è innegabile. Così come il desiderio di vittoria del centrosinistra che, da cinque anni si trova all'opposizione e, a questo punto, non può più fare a meno dell'unico uomo in grado di vincere queste elezioni. Chi ha bisogno di chi: D'Alfonso o il Pd?
Marco Beef