“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Quando il Sonar Uccide
La prova scientifica dall'università di Teramo: "Spiaggiamenti di balene a causa di esercitazioni militari"
MALATTIE DA DECOMPRESSIONE - La recente scoperta di un metodo per confermare la malattia da decompressione nei cetacei conseguente ad esposizione a sonar militari e a prospezioni geologiche in mare – scoperta in cui è coinvolto un docente dell’Università di Teramo – è stata pubblicata su Scientific Reports, importante testata scientifica consorella della prestigiosa rivista Nature.
UNIVERSITA' IN CAMPO - La scoperta è frutto di uno studio congiunto tra Spagna, Italia e Inghilterra, al quale hanno partecipato, per l’Italia, Giovanni Di Guardo, ordinario di Patologia generale e fisiopatologia veterinaria alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo, e Sandro Mazzariol, ricercatore dell’Università di Padova e coordinatore dell’Unità di Pronto Intervento in casi di spiaggiamenti anomali finanziata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. I due patologi veterinari hanno contribuito alla realizzazione dello studio con le osservazioni ricavate dagli esami post-mortem eseguiti sui sette capodogli spiaggiati sul Gargano nel dicembre 2009.
PARLANO I ROCERCATORI - "Nel 2003 – hanno spiegato Mazzariol e Di Guardo – è stata descritta per la prima volta una sindrome embolica che colpisce alcune famiglie di cetacei in occasione di esercitazioni militari, determinando una condizione patologica acuta e sistemica simile alla malattia da decompressione nei subacquei (Jepson et al, 2003; Fernandez et al, 2005). Da allora, questa condizione patologica è stata indagata in varie occasioni, venendo attualmente considerata la causa di uno spiaggiamento di massa di zifii avvenuto a fine novembre tra Corfù e le coste ioniche della Calabria". "Grazie allo studio pubblicato su Scientific Reports – hanno proseguito – è ora possibile raccogliere, conservare e analizzare i gas che si evidenziano nel corso degli esami necroscopici eseguiti sui cetacei spiaggiati durante tali eventi". "L’impiego della metodica descritta nell’articolo – hanno concluso – permetterà di stabilire la presenza di azoto in cetacei spiaggiati e deceduti per embolia gassosa acuta e cronica nelle bolle di gas reperite nei vasi sanguigni di animali minimamente decomposti dall’azione dei fenomeni post-mortali. Questo nuovo metodo avrà inoltre ampia applicazione nei casi di medicina veterinaria forense, in particolare negli studi su spiaggiamenti collettivi di cetacei in concomitanza coi quali si sia verificato l’utilizzo di onde a media frequenza e ad alta densità rilasciate da sonar militari o, in alternativa, l’effettuazione di prospezioni geologiche in mare».