“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Province. Estrema protesta
Il sindaco di Chieti inizia lo sciopero della fame a Palazzo Chigi. Perchè Mascia non fa la stessa cosa per il porto?
LO SCIPERO DEL SINDACO DI PRIMIO. Sapevamo che il sindaco di Chieti era un tipo da gesti estremi e forti, ma non fino a questo punto. Cioè, dopo avere "preso a calci" (si fa per dire) Bruno Di Paolo reo di insubordinazione aggravata e continuata, ha messo in scena una protesta che passerà alla storia. Ma il punto è: si può iniziare lo sciopero della fame per impedire che venga cancellata una provincia? E, soprattutto, quanto potrà durare Umberto Di Primio senza cibo? Il rischio è quello di correre un clamoroso "flop" come spesso è successo in altri casi, certamente più gravi. Pero - questo va detto - il "gesto" ci affascina (sempre e comunque) ed a prescindere dalla battaglia per cui lo si compie.
LE PAROLE DEL SINDACO. Su facebook il primo cittadino di Chieti ha spiegato le sue "ragioni". «Questa mattina - scrive nel post Umberto Di Primio - , inizierò sciopero della fame davanti a palazzo Chigi contro il riordino delle province voluto dal governo Monti che parrebbe, stando alle notizie di stampa, prevedere la soppressione della provincia di Chieti, l'unica in Abruzzo ad avere i requisiti. In Abruzzo, lo abbiamo già detto al ministro Cancellieri e scritto al premier Monti, la soluzione migliore di riordino é quella che prevede tre province L'Aquila, Chieti e Pescara-Teramo (le uniche due che non hanno i requisiti). Il governo non può, per un mero calcolo ragionieristico, umiliare i territori, mortificare storie millenarie, negare il futuro a città come Chieti distruggendo la economia, il sistema economico, generato dagli uffici periferici dello Stato». E, poi, ancora: «Solo per Chieti parliamo di circa duemila dipendenti ed un indotto inestimabile. La verità é che il governo ha venduto, parlo di questa specie di riordino, come riforma una manovra inutile che soddisfa i populisti, ma non porterà alcun reale vantaggio ai territori ed al bilancio dello Stato. Non cesserò lo sciopero della fame fino a quando non avrò certezza che sia stata rispettata la legge e Chieti, unica provincia in Abruzzo ad avere i requisiti, continuerà ad essere capoluogo di provincia».Eh, già. Praticamente il risparmio precisto dal decreto sulla "Spending Review", secondo il sindaco di Chieti, riguarderebbe soltanto gli Enti di Teramo o Pescara.
MASCIA, TESTA E IL PORTO. L'idea dello sciopero della fame stile Mahatma Gandhi (vero campione della disciplina) potrebbe accarezzare un problema molto più grave e serio: quello del Porto di Pescara, ormai inagibile da quasi due anni e vera "vergogna" della terra di Gabriele D'Annunzio. Certamente "Il Vate" - modello cui s'ispira la Città di Pescara - avrebbe agito in maniera imprevedibile e non avrebbe permesso a nessuno di compiere una tale "macchia". Forse se la sarebbe presa a botte con qualcuno. Addirittura avrebbe potuto affittare un aereo e colare sopra Palazzo Chigi, sganciando tonnellate di cacche di piccione o qualcosa di simile. Ma qualcosa va fatto: urge l'ora! Non è vero, sindaco Luigi Albore Mascia? E lei, Guerino Testa, che tanto si dai impegna con le banche per aiutare i pescatori, perchè non segue l'esempio del sindaco di Chieti? E, dai su!
Marco Beef