“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Protesta: mai più Miss Sixy
Non convince il piano industriale dell'azienda tessile di Chieti Scalo. I dipendenti temono per la produzione
LA SIXTY SMOBILITA ?- Di questo caso ci siamo occupati, come di altre vicende che riguardano la perdita del posto di lavoro. Sono quelle che più ci stanno a cuore, perchè conosciamo bene cosa vuol dire sentirsi abbandonati e non vedere un futuro possibile. Oggi, mentre guardavamo il Tg3, abbiamo visto e sentito una ragazza, forse una madre, comunque una lavoratrice in lacrime protestare perchè la sua figura professionale era stata completamente cancellata. L'azienza Sixty di Chieti Scalo ha, infatti, confermato il taglio di 183 unità di personale su un totale di 414 dipendenti. La giornalista della Rai le ha domandato come si sentisse e lei ha risposto che "era a pezzi e che aveva lasciato la sua terra, il suo lavoro sicuro a casa per venire qui in Abruzzo ed ora si trovava in questa situazione". Come non comprenderla.
LA PROTESTA IN PIAZZA - I soliti sindacati, non citiamo le sigle per rispetto di chi non ha lavoro, hanno organizzato una manifestazione di protesta davati alla sede della Provincia di Chieti per sollevare l'attenzione sul "Caso Sixty". L'azienda ha confermato il piano ma ha detto che non sposterà la produzione all'estero. Dobbiamo crederci? Purtroppo, le prospettive non sono buone ed anche il ricorso alla cassa integrazione straordinaria sembra un contentino - scusate un giusto diritto - che però non serve ad entrare nel cuore del problema. L'emergenza lavoro in provincia di Chieti, come nel resto dell'Abruzzo, è drammatica. Con quale faccia si presentano alle riunioni quelle Istituzioni, cui si rivolgono i sindacati, rappresentate dai politici che guadagnano cifre impensabili per ciascun lavoratore e che addirittura vivono lo spettro del licenziamento? E' in atto una sottile guerra con un crescente divario sociale che non porterà a nulla di buono. Intanto, proporre per esempio il boicottaggio dei prodotti Sixty, qualora la produzione venisse spostata all'estero, non sarebbe una cattiva idea. Proteste simili stanno già accandendo con la Omsa ed i prodotti Golden Lady. Purtroppo oggi le battaglie si fanno anche così.
Il subdirettore