“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Prima il mare inquinato e poi RyanAir: domani cosa verrà "sfasciato" nel nostro Abruzzo?
Stiamo rischiando danni incalcolabili la nostra Regione: per le imprese, per il turismo e per i cittadini. Stop al campanilismo adesso servono misure urgentissime
NOI LO DICIAMO DA SECOLI #PRIMAILMARE (E LE INFRASTRUTTURE). "Coniugheremo l'acqua dolce dei nostri fiumi con quella del mare perché il Mare Adriatico diventerà un parco, una grande risorsa". Queste le parole, per noi indimenticabili, del governatore Luciano D'Alfonso che, in piena estasi da campagna elettorale, aveva giurato e spergiurato che nulla sarebbe stato come prima. E in effetti un buon risultato anti-ufo è stato raggiunto ma non sappiamo se per meriti politici o di evidente protesta popolare. Tuttavia la prima grande questione, quella dell'inquinamento delle nostre acque, dolci e salate, è ben lungi dall'essere stato risolta o mitigata. Siamo ormai giunti a pochi mesi dell'inizio dell'estate e già l'anno passato ne abbiamo viste di ogni. Tanto per fare un esempio numerico le Bandiere Blu d'Abruzzo 2015 sono state soltanto otto (Tortoreto, Roseto e Pineto, Francavilla al Mare, San Vito Chietino, Fossacesia, Vasto e incredibilmente Pescara) mentre nel passato erano anche 15, addirittura il Lago di Scanno lo era. Ma i guai non finiscono mica qui, e non stiamo parlando soltanto di turismo. E' notizia nota che il vettore low cost Ryanair, leader del traffico aereo in Europa, vuole lasciare l'Abruzzo a causa di tasse, locali e nazionali, troppo elevate. Che significa? Significa che la pressione fiscale, unita alle richieste forse ingiuste della società irlandese che distribuisce turisti più delle mete stesse (è successo già con la Sardegna ma la Sardegna è la Sardegna), procureranno un arretramento profondo del nostro Abruzzo, sempre più lontano dal posto che forse merita. Purtroppo la politica ed il campanilismo sono i principali resposabili di questi disastri. Una piccola regione di soli un milione di abitanti o poco più ha bisogno di un solo porto di prima fascia e di un solo aeroporto internazionale e, manco a dirlo, proteggere le naturali vocazioni e peculiarità (turismo, agricoltura, terziario..). Se il denaro pubblico deve essere dirottato per accontentare un po' qui ed un po' lì i territori ecco che, quando meno te l'aspetti, arriva la batosta che devi recuperare per non sprofondare nel Terzo Mondo (perdonateci l'espressione forte). E hai voglia a partecipare agli Expo 2015, alle fiere internazionali ed spendere milioni e milioni di euro per la promozione del territorio e convincere gli altri di quanto buoni, belli e #volavola siamo se poi col treno ci vogliono 4 ore per raggiungere Pescara da Roma. Facciamoci tutti un bagno di umilità ed iniziamo un'analisi seria dell'Abruzzo partendo dal mare. Che è soprattutto un verbo.
Romanzo