“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Preso il "Boss" di Fontanelle
La Mobile individua Massimiliano Cerasoli, 41 anni, pluripregiudicato come responsabile di intimidazioni
ARRESTATO IL “BOSS” DI FONTANELLE - Arresto bis per il 41enne Massimiliano Cerasoli, pluri pregiudicato, boss del rione pescarese di Fontanelle, già arrestato lo scorso mese di novembre nell’ambito delle indagini relative agli atti intimidatori commessi ai danni dell’allora presidente dell’associazione “Insieme per Fontanelle”, Nello Raspa, culminati con l’incendio della sua auto e con il danneggiamento della porta di casa.
DAI DOMICILIARI AL CARCERE - Dopo quasi tre mesi di detenzione, Cerasoli era tornato nuovamente ai domiciliari, con l’obbligo di attenersi a delle prescrizioni ben precise che, tuttavia, non ha rispettato, come accertato dalla Squadra Mobile pescarese.
RIFLETTORI SUL QUARTIERE - I riflettori degli investigatori si sono accesi sul boss dopo la serie di incendi dello scorso 4 aprile, quando andarono a fuoco ben sei autovetture, quasi tutte appartenenti a due famiglie locali di rom. All’alba di quel giorno, inoltre, in via Lago di Capestrano, un uomo armato di una mazza da baseball si introdusse all’interno del bar Azzurra di proprietà di parenti del Cerasoli, distruggendo vetrate e arredi del locale. Nell’immediatezza venne individuato l’autore di quest’ultimo danneggiamento ovvero un nomade pregiudicato di 52 anni, la cui auto era andata distrutta in uno dei roghi notturni. Era evidente, dunque, fin da subito, la pista della vendetta.
INDAGINI DELLA MOBILE - Dopo serrate indagini, infatti, Cerasoli è stato individuato quale possibile mandante degli incendi di quella notte, verosimilmente scaturiti da vecchi e mai sopiti contrasti di ordine economico con le due famiglie rom. Proprio in tale contesto investigativo, inoltre, è stato accertato che il predetto ha violato in almeno due occasioni le prescrizioni impostegli, avendo intrattenuto contatti con persone estranee al nucleo familiare, ragione per la qualela Corte D’Appello di L’Aquila ha disposto il ripristino della misura detentiva.
Redazione Independent