“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Playboy italo-americano
E' morto Hugh Hefner: aveva 91 anni. Conobbi Barbi Benton proprio mentre tra i due (19 una, 46 l'altro), era scoppiata una relazione
Conobbi Barbi Benton in una sinagoga di New York, me la presento' un mio amico giornalista che lavorava per il quotidiano degli ebrei americani. Una figliola stupenda, con una vocina un po' nasale che la rendeva ancora piu' sexy. Le parlai del mio lavoro di giornalista italiano in USA e lei mostro' interesse. Piu' tardi il mio amico americano mi spiego' che al momento - era il 1970 - Barbi era la "ragazza" di Hefner, gia', proprio lui, il padrone di Playboy. Barbi era simpatica, friendly, come disse il mio amico. Hugh Hefner, l'editore del mensile Playboy, riceveva centinaia di belle ragazze nel suo lussuoso palazzo. Provenivano da per tutto negli Stati Uniti, ma anche da altre parti del mondo. Volevano diventare ricche e famose. Per la verita' non tutte erano belle, nel senso classico della parola. Bastava che avessero, come ammise Hefner, un seno prosperoso. Per il padrone di Playboy, "gli americani sono allevati con latte artificiale, cosi', giunti a una certa eta', esplode in loro il desiderio di vedere e toccare un seno pieno, rotondo". Sono parole che Hefner ha pronunciato in piu' di una occasione e anche scritto nella sua rivista. Una sincerita' che fu apprezzata da molti. Barbara Lynn Klein, diciottenne di Booklyn, New York, bella e simpaticissima ragazza di origine ebraica, non segui' la strada delle altre. Chi la conosceva da tempo giura che la ragazza amava la vita casalinga, le piaceva studiare e scrivere racconti (mai pubblicati), Il suo "musetto alla Brigitte Bardot" era sempre sorridente. Dal primo incontro mi parlo' come se fossimo amici di vecchia data. Una volta mi chiese di insegnarle l'italiano. Era solita baciare gli amici sulle labbra anche di fronte a Hugh Hefner. Una ragazza davvero attraente; io dovevo stare attento. Hefner era diventato una potenza. Non si sa mai. Una volta Barbi mi invito' a cena, insieme con il mio amico giornalista e sua moglie. Aveva preparato spaghetti and meatballs; niente male, ma mancava il parmigiano. Glie lo dissi e lei mi assicuro' che l'avrebbe acquistato nella prossima sortita per le spese. Qualche tempo dopo ci incontrammo di nuovo in un party organizzato dall'ambasciata di Israele. Barbi indossava un vestito mozzafiato. Una visione, le dissi. Lei mi spinse sulla pedana per ballare. Tutti i presenti la ammiravano e qualcuno di sicuro si sara' chiesto chi fosse il fortunato imbecille che ballava con lei. Terminata la danza Barbi ordino' un Amaretto e poi mi chiese: "Vuoi intervistare Hef?". Parlammo brevemente poi dissi:: "Ok ci vediamo a Chicago e che Dio mi aiuti..". Lei sorrise. "Stai tranqjuillo, Hef e' una brava persona...". A Chicago Hefner fu cortese ma diretto. "Vuoi intervistarmi!". Gia', ma sara' duro farle domande che non le hanno gia' fatto cento volte prima. "Ti meravigliera' sapere quante cose non mi hanno ancora chiesto!", concluse. L'intervista non avvenne mai, il padrone di Playboy era sempre molto impegnato e in giro per il mondo. Non ho mai saputo se fu Barbi o Hef a terminare quella lunga relazione tra un 46enne e un 19enne. Poi Barbi si sposo' ed ebbe due figli. Una volta per telefono mi disse: "Ora sono molto contenta".
Benny Manocchia