“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Philp Ministro subito!
Il ricercatore italo-inglese che ha avuto il coraggio, anzi l'ardire, di smascherare il sistema dei baroni all'università
PHILIP LAROMA JEZZI MINISTRO SUBITO! Così come la drammatica fragilità del sistema edilizio in Italia, è stata messa in luce dai terremoti, allo stesso modo la pratica consolidata dei concorsi universitari pilotati, è stata messa in luce dal ricercatore italo-inglese Philp Laroma Jezzi che ha avuto il coraggio, anzi l'ardire, di denunciare alcuni baroni dell'università, squarciando così quel velo di omertà e consociativismo che spesso è prassi nel mondo accademico italiano. Quello che fa sorridere è l'ingenuità della Ministra della Pubblica Istruzione e dell'Università Fedeli che sembra caduta dal pero, come se a lei non fosse noto quello che tutti sanno e cioè che spesso i concorsi, quelli universitari compresi, sono taroccati. In questi casi la politica si appresta a costituire delle commissioni d'inchiesta, commissioni che normalmente non portano a nulla. Come quella parlamentare sulle banche presieduta dall'onorevole Casini, il quale è tanto convinto di approdare a risultati concreti che qualche mese fa non esitava a dichiarare che fare una commissione d'inchiesta sulle banche "è demagogia e propaganda". Ma tant'è: così è che funzionano le cose in Italia dove la regola aurea è quella del vecchio adagio del "passata la festa gabbato lo santo". Come pure nel caso delle case costruite senza le necessarie autorizzazioni edilizie (i cosiddetti abusi di necessità), il cui abbattimento viene rinviato di volta in volta nell'attesa che arrivi una legge a sanarli. E casualmente è appunto in dirittura d'arrivo il Ddl Falanga che introduce nel nostro ordinamento l'inaudito abusivismo di necessità. Ora e non prima, quando ormai i media non ne parlano quasi più e dello sdegno popolare per i crolli delle case abusive di Ischia, non resta che un vago ricordo. Ma gli italiani ormai sono un po' rassegnati, sanno che la corruzione è piuttosto diffusa nel Bel Paese tant'è vero che l’Indice di Corruzione pubblica e nella politica percepita, mette l’Italia al terzultimo posto tra gli stati europei (i dati sono forniti dall'organizzazione internazionale non governativa Transparency International e non dei soliti gufi). Quindi di che parliamo: nulla di nuovo sotto il sole. Perciò non è poi tanto sorprendente apprendere dal "Fatto quotidiano" di un ennesimo concorso universitario truccato. Si tratta della trascrizione dell'intercettazione telefonica pubblicata dal giornale il 30 u.s. fra Susanna Cannizzaro, vincitrice di concorso all'Università di Macerata e il professor Guglielmo Fransoni ora agli arresti domiciliari con altri 6 baroni universitari. L'accusa è quella di aver contribuito, secondo il Gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti, insieme ad altri professori di diritto tributario a realizzare "sistematici accordi corruttivi". Dalla lettura della trascrizione emerge, come il giornalista del Fatto Antonio Massari fa notare, che la neo ricercatrice, "in 5 minuti e 35 secondi chiede 15 volte scusa e 5 volte perdono. Si genuflette mediamente ogni 16 secondi", realizzando un vero record di genuflessione ad un Barone dell'università. D'accordo sulla rassegnazione, ma resta comunque l'amaro in bocca al pensiero che non c'è limite al degrado e ai "sistematici accordi corruttivi". E siccome al peggio non c'è limite, non è azzardato supporre che l'Italia stia lentamente scivolando su un piano inclinato con destinazione il baratro.
Clemente Manzo