Pettinaristi ricostruiscono il pasticcio dell’urbanistica in salsa pescarese

Secondo il consigliere e compagni “sono stati favoriti i costruttori” e ora “Pescara rischia di perdere per sempre le sue caratteristiche di città del ‘900”

Pettinaristi ricostruiscono il pasticcio dell’urbanistica in salsa pescarese

Questa mattina Domenico Pettinari, Caterina Artese e Massimiliano Di Pillo – rispettivamente Presidente del Movimento Politico “Pettinari per l’Abruzzo” e consiglieri comunali del predetto movimento – hanno tenuto una conferenza stampa sulle ultime vicende legate all’urbanistica

“E’ accaduto – dichiara Caterina Artese- che la politica di Pescara ha particolarmente favorito la categoria dei costruttori, attraverso due Delibere di Consiglio Comunale, la n. 20 del 9 marzo 2023 e la n. 163 del 31 ottobre 2017, che hanno permesso una urbanizzazione spinta, oltre i limiti consentiti. Non a caso le delibere comunali sono state annullate, il 6 maggio 2024 da una sentenza del TAR e il 13 gennaio 2025 da una sentenza del Consiglio di Stato. Le Leggi nazionali, in particolare il Decreto Sviluppo (D.L.70/2011 e i ss.mm.ii e varianti e decreti, incluso l’art. 10 del D.L. 76/2010) hanno permesso: un aumento di cubatura del 20%, la rigenerazione urbana intesa come processo economico, sociale e ambientale, e la semplificazione dei processi di riqualificazione urbana, rispetto alla sagomatura e alle distanze tra edifici, permettendo di fatto il passaggio da un regime di semplice ristrutturazione a quello di nuova costruzione”.

“Con la L.R. n.49 del 2012, che ha recepito il Decreto Sviluppo – continua Artese - si sono persi i buoni propositi, infatti non si parla più di “aree” ma di “edifici” e si concede un’ulteriore aumento di cubatura, pari al 30% che, sommato a quello nazionale arriva al 50%. Il Comune di Pescara avrebbe dovuto deliberare pianificando adeguatamente questi considerevoli aumenti di cubatura rispetto al territorio, diversificando e regolamentando in ordine alle esigenze e alle zonazioni del Piano Regolatore Generale. Invece il Consiglio Comunale nel 2017 ha deliberato salvaguardando solo le zone A e B1 del PRG, permettendo le varie premialità edilizie a tutto il territorio comunale”.

“In tal modo – continua Artese - i cittadini hanno visto abbattere, nelle zone centrali della città, case di 2 piani e costruire al loro posto palazzi di 5 o più piani, con aumenti volumetrici anche in larghezza. Di conseguenza sono cambiate anche le condizioni di vivibilità urbana, con il rischio di svalutazione delle aree residenziali, non adattate alla nuova pressione demografica e alla maggiore richiesta di servizi. Nel 2023 il Comune approva un’ulteriore Delibera di Consiglio che, in deroga al PRG, permette l’applicazione di queste norme anche sui Viali della Riviera”.

“Una situazione – insiste Artese -  che ha ricordato i tempi bui della speculazione edilizia, quelli del famoso film di Francesco Rosi “Le mani sulla città” del 1963, dove la didascalia recitava: «I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce». Per fortuna i tempi sono cambiati ed è aumentata la consapevolezza da parte dei cittadini del valore insostituibile della qualità ambientale in cui si vive. Pescara ha rischiato, e rischia ancora, di perdere per sempre la città del ‘900 che le conferisce una “qualità diffusa”, si tratta un tessuto compatto e di pregio che rappresenta anche la storia urbanistica di Pescara. Ricordiamo che Pescara è una città con una densità demografica alta, infatti è la settima in Italia, con circa 3700 ab/Kmq, per cui non si può permettere di derogare le distanze tra le finestre di palazzi attigui e neppure di alzare palazzoni nel centro cittadino, dove il valore degli immobili rischia di abbassarsi. Viceversa gli edifici delle periferie e di alcuni quartieri hanno reale necessità di adeguamento energetico e sismico.  Con il blocco delle istruttorie relative ai titoli edilizi a seguito dell’annullamento delle delibere comunali, molti imprenditori vivono nell’incertezza delle autorizzazioni con il rischio economico che ne può derivare”.

“Dalle dichiarazioni pubbliche fatte dal Presidente dei costruttori – continua Artese - la stima economica in gioco è di circa 150 milioni di euro, con un effetto leva di almeno mezzo milioni di euro, considerando le tante opere i di urbanizzazione messe in campo, inclusi i progetti di PNRR”.

“In una delle ultime conferenze stampa – insiste Artese - il dirigente del “Settore edilizia e sviluppo economico” del Comune, Antonio D’Alessandro, afferma che a seguito della sentenza del TAR procederà verso un’attività di riesame dei permessi rilasciati “*considerando che ogni titolo avrà una storia a se e non è possibile generalizzare”, mentre per “gli interventi post delibera 2023” che “sono 20” di cui “16 che hanno iniziato gli interventi” che si “dovranno fermare”. Il Comune intende procedere in due modi: “con l’avvio di un procedimento di annullamento in autotutela, per quelli ove non vi è stata comunicazione dell’inizio lavori, mentre per gli altri instaurerò il contraddittorio”.

“In definitiva si è prodotta una situazione molto critica, poiché i permessi per costruire sono stati dati in regime di rispetto delle regole, comunali, che attualmente non sono più valide. Per uscire da questa difficoltà di ordine legislativo – continua Artese - il Comune avrebbe dato l’incarico ad un avvocato, di riconosciuta e solida competenza, per procedere entro 30 giorni verso una nuova Delibera di Consiglio Comunale. Riteniamo – continua Artese - che il Presidente degli imprenditori di Ance Chieti-Pescara, Antonio D’Intino, ha ben ragione quando chiede al Comune di dotarsi di “disposizione chiare ed univoche, essendo in gioco oltre che l’attività del settore, lo sviluppo economico territoriale e la qualità abitativa della città”.

“Al tempo stesso riteniamo validi anche i diritti dei cittadini danneggiati da questa politica di urbanizzazione spinta, che potranno avvalersi della giurisprudenza amministrativa nell’impugnare la nuova delibera. Gli atti amministrativi, infatti, in quanto tali possono essere impugnati dai cittadini che si vedono ledere un loro diritto, e, in questo caso, la nuova delibera che il Comune andrà ad approvare, con i due pronunciamenti negativi del TAR e del Consiglio di Stato, rischia di essere debole e di poter essere impugnata e sospesa di nuovo. Una situazione molto critica, dove la prudenza nel deliberare sarà necessaria, con l’obiettivo di ridurre al minimo i danni. Necessariamente la nuova delibera dovrà considerare di tutelare anche quei cittadini che hanno ricevuto un danno anche economico dalla riduzione degli spazi d’aria e luce dei propri edifici. Per questo consideriamo necessaria un’assunzione di responsabilitàattraverso l’impegno per la redazione di nuovo piano urbanistico della città, in ottemperanza alla legge urbanistica regionale di governo del territorio, LR n.58/2023, modificata dalle LL.RR. 6/2024, art. 16, e 7/2024, art. 18 comma 5. Chiederemo, come lista civica “Pettinari Sindaco”, l’impegno imperativo di avviare la procedura amministrativa per addivenire a un Piano Urbanistico che esprima una visione civile e piacevole della nostra città. E' necessario – conclude *Artese* - un cambio di passo per rispettare i diritti dei cittadini e per la buona politica, un cambiamento paradigmatico verso quella che in campagna elettorale abbiamo chiamato “Pescara città resiliente”, un obiettivo che include lo sviluppo sostenibile della città e il rispetto degli ambienti naturali.”

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