“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Pescatori pronti a tutto
Mancato dragaggio ed inchieste Porto. Marineria minaccia azioni clamorose: blocco Asse Attrezzato?
MARINERIA IN GINOCCHIO MINACCIA AZIONI CLAMOROSE. Sono pronti a tutto perchè ne hanno passate di tutti i colori. Anche a bloccare l'Asse Attrezzato, occupare il palazzo della Provincia di Pescara e ad altre clamorose proteste: come quelle del giugno 2011 quando un gruppo di pescatori assaltò la sede della Capitaneria di Porto ed per quei fatti 20 pescatori vennero rinviati a giudizio con l'accusa di danneggiamernto di opere militari (un reato gravissimo, ancorchè antiquato, per il quale il codice penale prevede una reclusione fino ad 8 anni di carcere). Da oltre un anno e mezzo, infatti, il porto di Pescara è inagibile a causa del mancato dragaggio: cioè a causa della totale incapacità della classe politica nostrana, senza distinzione di colori, verso un problema che esisteva ed esisterà finchè ci sarà la diga foranea ed il suo maledetto "effetto tappo" sul fiume. Dulcis in fundo l'inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di L'Aquila sull'appalto per i lavori di dragaggio che, secondo l'accusa, sarebbero stati pilotati. Allo stato attuale non è possibile se il porto sarà agibile entro l'estate poichè, non da ultimo, sono spuntati grossi problemi anche nell'impianto di trattamento dei fanghi del fiume a Città Sant'Angelo.
L'ASSESSORE: «SONO PREOCCUPATO». «Sono seriamente e fortemente preoccupato per la marineria pescarese visto lo stallo in cui versano ancora i lavori di dragaggio ormai diventati vitali e improcrastinabili per tutto il comparto pesca». Questo l'allarme lanciato questa mattina dall'assessore alle Politiche agricole e Pesca, Mauro Febbo, alla presenza di Francesco Scordella, Mimmo Grosso e Giovanni Verzulli e altri rappresentanti della marineria pescarese durante un incontro presso gli uffici regionali della Direzione pesca. «L'attività di pesca, oggi azzerata, è ridotta a livelli economicamente insostenibili - afferma Febbo - e se le imbarcazioni non tornano in mare entro il 30 aprile, si corre il serio rischio di imbattersi in un'infrazione da parte della Commissione Europea e non ci si vedrà riconoscere il prolungamento straordinario del fermo pesca. Inoltre, ancora più grave, al danno potrebbe aggiungersi la beffa: questa situazione di stallo potrebbe provocare il mancato sblocco dei 3 milioni di euro stanziati dal Governo centrale. Inoltre, se non vengono effettuati immediatamente i lavori al Porto Canale di Pescara, verranno meno tutti gli sforzi e i finanziamenti messi in campo da Regione, Governo e Europa. Non solo, se gli armatori hanno avuto degli indennizzi, al contempo vi sono centinaia di famiglie di lavoratori del mare che non hanno potuto usufruire di nessun sostentamento aggravando così una situazione economica a dir poco drammatica, anzi direi quasi vicina alla miseria». L'unica misura da adottare immediatamente, dunque, resta lo sblocco dei lavori di dragaggio per evitare che centinaia di operatori della Pesca restino ancora fermi senza riuscire a portare avanti la propria attività economica e provocando danni irrimediabili.
Marco le Boeuf