“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Pescara, poche occasioni e molti sbadigli
Lo 0-0 con l'Entella non può soddisfare mister Cascione
I risultati dell'ultima giornata di campionato avrebbero dovuto incoraggiare il Pescara ad assalire all'arma bianca la Virtus Entella, ma a farla da padrona è stata la noia. La Noia può vincere solo a Sanremo, non di certo su un campo di calcio: dunque, dopo 93 minuti di sonnolenza, ravvivati solo da barlumi, più che da veri e propri lampi, si è chiusa sul pareggio una delle partite più squallide degli ultimi anni in casa abruzzese. In uno stadio Adriatico sempre più desolato, vista la mancanza nel primo tempo dei supporter della Curva Nord, rimasti nuovamente all'esterno dell'impianto per protestare contro la società del presidente Sebastiani, e con la totale assenza di tifosi provenienti dalla Liguria, sarebbe stato possibile sentire anche il battito del cuore di chi palpita per i colori biancazzurri. La serata si presentava interessante anche per la presenza sugli spalti di mister Eziolino Capuano, venuto probabilmente per studiare i ragazzi di Emmanuel Cascione in vista dei playoff. Ma il tecnico del Pescara, forse per non dare troppi punti di riferimento al collega in forza al Taranto, decide di giocarsi la partita a metà: primo tempo più o meno vivo e ripresa decisamente morta. Il Pescara, alla terza gara dopo il secondo cambio di guida tecnica, è di sicuro più solido, ma anche meno spettacolare. Questa indole meno offensiva e più conservativa al momento non può rendere felice nessuno, soprattutto in questa fase di campionato. Poi, magari, in occasione degli spareggi potrebbe anche essere utile saper giocare un calcio soporifero per affrontare compagini più attrezzate (contro le quali comunque si dovrà vincere), ma per ora tutti storcono il naso. I biancazzurri, tuttavia, partono con una bella vena e nei primi 45 minuti di gioco danno l'impressione che prima o poi un golletto possa arrivare. Il primo a provarci è Accornero che sbaglia un'occasione colossale fallendo una specie di rigore in movimento proprio all'altezza del dischetto: l'assist di Floriani Mussolini è un vero cioccolatino, ma lui, di prima intenzione, e forse con eccesso di sicurezza, non inquadra la porta mandando il pallone troppo alto sulla traversa di De Lucia. Passano pochi minuti e gli abruzzesi sfiorano nuovamente il vantaggio con un colpo di classe di Merola, tanto bello quanto sfortunato: la sua deviazione di tacco su assist dalla sinistra di Accornero è neutralizzato a fatica dall'estremo difensore avversario sul primo palo. Nell'altra area, invece, Plizzari avrebbe tempo per cercarsi un lavoretto part-time, visto che la Virtus Entella fatica ad imbastire manovre pericolose. Proprio all'ultimo minuto del primo tempo, Cuppone ha la grande possibilità di fare quello che ama di più, cioè fuggire in contropiede e in campo aperto dopo un corner senza storia battuto in area pescarese: la ‘freccia’ biancazzurra, invece, s’inceppa proprio nella corsa, probabilmente a causa di un controllo della sfera non ottimale, quindi è costretto ad allargarsi per via dell'intervento di Parodi che riesce a fare bene la diagonale, e conclude debolmente facendo il solletico al portiere avversario. Se ci avessero detto che le occasioni sarebbero finite qui, probabilmente non ci avremmo creduto. Con l'inizio della ripresa, però, cala il sipario. E non c'è cambio di modulo o di giocatore che tenga. Tra il 17’st è il 31’st, infatti, Cascione tira fuori nell'ordine Tunjov, Dagasso, Milani, Accornero e Cuppone, dando spazio ad Aloi, Cangiano, Moruzzi, Meazzi e Vergani. Si passa al 4-2-3-1, ma la squadra non dà le soddisfazioni sperate. Aloi concede certamente una maggiore velocità di esecuzione al centrocampo adriatico, anche perché l'incedere di Tunjov è da ballo della mattonella; Cangiano non si sgancia mai e butta alle ortiche l'unica possibilità capitata sui suoi piedi, una ghiottissima punizione dal limite calciata talmente molle che il pallone è sembrato incollarsi sulla parte bassa della barriera; Moruzzi non sembra riuscire in imprese migliori di quelle del collega Milani e Meazzi, schierato centrale, non incide; Vergani non dà profondità e non tocca palle decisive nei 17 minuti a sua disposizione. Al termine della gara solo delusione e anche un po' di indifferenza per una squadra che avrebbe dovuto saltare addosso all'avversario e che invece ha giocato molti più palloni all'indietro che in profondità. Si salvano davvero in pochi da un voto insufficiente: Plizzari resta positivo perché la sua porta rimane inviolata e non è sempre facile essere attivi tra un sonno e l'altro. Buona l'interpretazione di tutta la difesa con Brosco e Mesik insuperabili al centro e con Floriani e Milani belli freschi sulle fasce. Dalla cinta in su, invece, un passo indietro: se non si riaccendono Cuppone e Merola sono guai.