“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Pescara, le pagelle dopo lo 0-1 col Cesena
Nuova sconfitta dei biancazzurri allo stadio Adriatico. Si salvano in pochissimi!
PLIZZARI: Il numero uno della difesa biancazzurra lotta per respingere gli attacchi del nemico come se fosse l'ultimo baluardo del villaggio gallico di Asterix. Purtroppo, però, non può usufruire della pozione magica di Zeman forse perché il druido non ricorda la ricetta. Essere il migliore, tuttavia, non basta per non prendere quel gol che condanna il Pescara al -15 (che non è la temperatura di questa sera all’Adriatico). VOTO 6.5
PIERNO: Serata da dimenticare per il terzino destro del Pescara che ha problemi con il vento dal primo all'ultimo minuto di gioco. Quando riesce a calibrare il passaggio al compagno, è il momento di cambiare campo e ricominciare con l'incubo. Riesce a conquistare una posizione al limite per battere a rete nel primo tempo, ma la sua conclusione fa cicocico a Pisseri che non soffre neanche il solletico. VOTO 5.5
BROSCO: Non riesce a evitare il gol del Cesena partecipando al ‘buco’ di Mesik e marcando a troppa distanza Shpendi che gli segna in faccia il suo ottavo gol in campionato. Nel secondo tempo ha un grande spunto di testa che poteva valere anche un gol, ma Pisseri gli nega la gioia. Da capitano di una squadra in piena crisi d'identità prova a metterci la faccia portando a fine partita tutti i compagni a prendere fischi dai tifosi e grandine dal cielo. VOTO 5.5
MESIK: Non riesce a intervenire in scivolata sul pallone crossato da Adamo per Shpendi, ma per lo meno ci prova. Nel secondo tempo libera l'area del Pescara da un pallone ballonzolante nei pressi della linea di porta, ma ormai la frittata è fatta. Se il giocatore fosse un dolcetto sarebbe una bella ciambella, ma senza buco. VOTO 5.5
MILANI: Poca iniziativa sulla fascia, ma è difficile stabilire se per merito dell’avversario o per demerito suo. Su quella corsia Adamo fa quello che gli pare, anche il cross che porta al gol. Nel secondo tempo prende un pallone sulla linea di porta evitando un gol quasi certo. VOTO 5.5
TUNJOV: Da quando ho avuto l'ardire di pensare che il centrocampista fosse il calciatore più decisivo in casa biancazzurra, ecco una delusione dopo l'altra. È circa un mese e mezzo che non è più lui, tanto che sembra che neanche i parenti lo possano riconoscere. Uno dei misteri più oscuri di questa stagione fatta di poche luci e tante ombre. VOTO 5
SQUIZZATO: Lento quando dovrebbe essere veloce, impreciso quando dovrebbe essere chirurgico, testa bassa quando dovrebbe tenerla alta. Insomma, un disastro. Zeman affida a lui la cabina di regia, ma oggi non è in grado di sostenere quel ruolo. Promessa non mantenuta per il centrocampista della squadra più in crisi del girone. VOTO 4.5
ALOI: È uno dei più esperti dell'intera formazione biancazzurra. È un elemento sul quale poter contare sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo. Ma contro il Cesena le sue qualità non sono venute fuori: si sta ingrigendo camaleonticamente nel centrocampo abruzzese che sta vivendo uno dei momenti peggiori degli ultimi anni. VOTO 5.5
MEROLA: Che deve fare di peggio un ‘cristiano’ per essere deposto in panchina? Tra sfortuna e imperizia, l'attaccante è l'unico che continua a trovare continuamente spazio nella formazione iniziale, pur portando a casa un rendimento decisamente inferiore alle aspettative. Un po’ di panchina gli servirebbe per rifiatare e per chiarirsi le idee. VOTO 5
VERGANI: La sua presenza in campo si vede solo quando riceve un cartellino giallo. Per il resto, non pervenuto. Non dà profondità alla squadra, non punta la porta, non chiama palla, non fa nulla. In pratica un fantasma. Rimpiangiamo i tempi della panchina, quando pensavamo tutti che in campo avrebbe reso più di quanto stesse facendo il compagno impregnato al suo posto. VOTO 4
ACCORNERO: Il ragazzo ha qualità, ma per ragioni a noi sconosciute non le mette più in mostra. È evidente che non creda più in se stesso: non tira più dal limite dell'area, non salta l'avversario, non si getta negli spazi. È come la perfetta ballerina che improvvisamente non è più in grado di fare la piroetta sul carillon. VOTO 5
FRANCHINI: Da ex voleva assolutamente incontrare il Cesena da protagonista, ma si deve accontentare di averlo fatto da subentrato. Non incide anche se il suo ingresso in campo coincide con il momento nel quale il Pescara tira fuori la testa dalla sua metà campo. Forse qualche merito ce l'ha. VOTO 6
MASALA: Gettato in campo nella ripresa, ha partecipato attivamente al forcing finale, ma senza trovare l'occasione giusta. Una forza fresca con tanta voglia di dimostrare, ma anche altrettanta necessità di imparare, cosa che si può fare solo avendo più opportunità di giocare. VOTO 5.5
CUPPONE: È uno di quelli che ci mette più intensità e voglia, anche se deve fare i conti con due piedi un po’ maleducati. Personalmente lo farei giocare sempre, ma non da punta centrale: il miglior Cuppone che io conosca, infatti, fa la seconda punta. Lo salvo per simpatia nei confronti suoi e della sua famiglia (moglie e figlio piccolissimo) che non si perdono un match allo stadio neanche sotto le intemperie più selettive. VOTO 6
CANGIANO: È sua la prima delle due occasioni da gol del Pescara. Ci si chiede perché parta così spesso dalla panchina avendo doti tecniche nettamente al di sopra della media della squadra. È uno dei pochi che cerca la porta anche dalla distanza, prendendosi la responsabilità della conclusione a rete. VOTO 6.5
ZEMAN: Mette in campo una formazione da raccolta delle pile usate, tanto è scarica. Prova a cambiare il ritmo solo nella seconda parte del secondo tempo, ma è tardi. Alla fine della gara non chiede rinforzi nel mercato di gennaio perché vorrebbe lavorare con il materiale già a sua disposizione in quanto, a suo dire, dotato. Allo stesso tempo rivela che la squadra, particolarmente giovane, non fa quello che lui chiede di fare. Confuso. VOTO 5