“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Pescara, ancora grane nei conti del Comune: sono sbagliati?
Slitta il termine per l'approvazione del Bilancio di Previsione 2015. La Giunta Alessandrini tenta il tutto per tutto per evitare il dissesto
PESCARA: SLITTA APPROVZIONE DEL BILANCIO PER SALVARE IL COMUNE DAL CRAK. "Lo slittamento dal 5 al 12 giugno del termine per l'invio del bilancio alla Cassa Depositi e Prestiti per accedere alla rinegoziazione dei mutui è una buona notizia per salvare il nostro Comune. Ora servono un altro paio di condizioni e possiamo continuare a salire questa benedetta montagna". Sono queste le parole del presidente del Consiglio comunale Antonio Blasioli che, senza mezzi termini, conferma l'ipotesi del rischio fallimento dell'Ente che amministra la Città più grande d'Abruzzo.
In effetti i conti del Comune di Pescara sono così in "profondo rosso" che anche l'alleato Sinistra Ecologia e Libertà aveva preso posizione sulle politiche da lacrime e sangue proposte in sede di discussione del documento programmatico (sforbiciamento totale dei fondi destinati alla cultura,taglio di oltre 300mila euro per il sociale ed altri servizi essenziale). Ma comunque vanno trovati subito 8 milioni di euro, un'inizione di liquidità mica da poco, che sono necessari a garantire l'equilibrio finanziario: spese correnti, pagamento degli stipendi dei dipendenti del comune, degli assessori, consiglieri, polizia municipale, etc. Detto ciò la situazione resta disastrosa perchè al 2014 il disavanzo del Comune di Pescara era (ed è pari) a 50 milioni di euro.
Il sindaco Marco Alessandrini ad inizio mese si era recato a Roma a "piangere" una soluzione coi parlamentari democrat che però non è arrivata. Tra l'altro c'è anche il sospetto che i conti presentati al MEF, per la delibera dello stato di pre-dissesto, possano registrare degli errori ed essere stati stimati per difetto, il che pregiudicherebbe anche l'accesso procedura pluriennale del riequilibrio finaziario. Insomma un disastro che nemmeno la rinegoziazione dei mutui già rinegoziati con la Cassa depositi e prestiti consentirebbe di coprire.
E' probabile che l'amministrazione di centrosinistra debba usare ancora la forbice per la spesa corrente, rispetto agli 11 milioni già previsti in sede di piano di riequilibrio per triennio 2015/17.
Ecco, questo è quello che potrebbe accadere e che significa, di fatto, la fine della politica comunale che nulla può decidere se non l'ordinaria amministrazione. Ma per quella non servono assessori e consiglieri, basterebbero i dipendenti per mandare avanti la "baracca".
Redazione Independent