“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Pescara, D'Annunzio e la polemica del logo istituzionale
L'ex consulente d'immagine Giordano Bruno Guerri lancia strali contro il sindaco. Alessandrini: «Nessun accanimento»
PESCARA, D'ANNUNZIO E LA POLEMICA DEL LOGO ISTITUZIONALE. Negli ultimi giorni l'attenzione della civis pescarese, già stremata dalle polemiche per la nomina di Veronica Teodoro nel ruolo di assessore alle Politiche Giovanili, è calamitata dalla cosiddetta "Guerra dei Loghi": una querelle, dal sapore medioevale, che sta lacerando gli animi dei difensori del fascino del Vate, Gabriele D'Annunzio, osannato dalla precedente Giunta targata Luigi Albore Mascia che ne aveva fatto il simbolo di Pescara e della loro "coraggiosa" azione amministrativa.
Il tutto nasce dalla decisione presa ieri dall'attuale sindaco di centrosinistra Marco Alessandrini che, tra i primi atti del suo operato, ha deciso per il ripristino del logo istituzionale del Comune di Pescara nella corrispondenza ufficiale e nel materiale cartaceo e informatico relativo a iniziative comunali.
"Si tratta di una richiesta - spiega Alessandrini - che non cela alcun furore iconoclasta nei confronti del logo della precedente amministrazione, né di un’avversione nei confronti di d’Annunzio. E’ innegabile l’importanza del Vate per la città, è sicuramente stato un gigante, come lo è anche Flaiano e lo sono altri concittadini illustri. Quanto al logo, Pescara non ricorrerà ad alcuna definizione, né il logo precedente verrà rimosso da dove è stato collocato, come so essere accaduto in passato, impiegando risorse preziosissime per l’Ente, si tratta solo di guardare avanti, alla contemporaneità della città e al suo futuro".
Dello stesso parere è l’Assessore con delega al Patrimonio Culturale Paola Marchegiani che in merito al logo dannunziano racconta “come opposizione contestammo nel 2010 l’annunzio trionfalistico e l’uso personalizzato a fini di propaganda del nuovo logo della Città “ Pescara Città Dannunziana". "Si è trattato - sottolinea l'assessoressa - a tutti gli effetti di un “ NO LOGO “ senza alcun riferimento al famoso saggio di Naomi Klein che ha portato disconoscimento, divisione e non identità alla Città di Pescara. Tra l’altro, senza stare a sottilizzare, l’aggettivo “ Dannunziano” si sarebbe dovuto scrivere con la d minuscola”.
Sulle pagine del quotidiano "Il Giornale", invece, l'ex consulente d'immagine della Città di Pescara, già presidente della Fondazione del Vittoriale degli Italiani, il dannunzianissimo, Giordano Bruno Guerri, ha lanciatp strali contro la scelta di Alessandrini, difendendo a suon di numeri il suo operato, non-mal-pagato, sulle sponde dell'Adriatico.
"Secondo i dati diffusi da Google - si legge nell'articolo - nel 2013 è stato, dopo Dante, il poeta italiano più cliccato del mondo. Tutti risultati raggiunti in buona parte con il lavoro del Vittoriale degli Italiani, degli studiosi che vi collaborano, e anche della città di Pescara. Che senso ha rinunciare a questa vantaggiosa identificazione, per una città - bella quanto vuoi, dinamica quanto vuoi - che gran parte degli italiani confonde con Pesaro e Ancona?". E, poi, un appello: "Spero, e credo, che il nuovo responsabile della Cultura - il giovane e brillante scrittore pescarese non dannunziano Giovanni Di Iacovo (Sel) - possa e sappia fare di meglio".
Dannunziani o no, voi da che parte state? Perchè a noi di Abruzzo Independent ci frega anche un bel pò no. Anzi, l'unica cosa che c'interessa è che la Cultura torni ad essere il nostro petrolio, quello di Pescara, una città che sta morendo lentamente, inesorabilmente, per dissanguamento di idee e buon senso.
Marco Beef