“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Perche' le feste ci rendono tristi
Molti lo descrivono come il Christmas Blues (depressione di Natale) ovvero un termine che illustra le possibili reazioni psicologiche concomitanti o conseguenti al periodo natalizio
PERCHE' LE FESTE CI RENDONO TRISTI. Negli ultimi giorni mi sono sentita chiedere spesso come mai le feste natalizie possono mettere tristezza, ansia o nervosismo. Sono quesiti che vengono posti con spontaneità e, al tempo stesso, con quel lieve senso di inadeguatezza tipico di chi, per una data ragione, si percepisce in qualche modo “strano” o “sbagliato”. In fondo, questa è la possibile sensazione che potrebbe cogliere chi, paradossalmente, non si sente pienamente felice nel periodo più magico dell’anno. Si parla a tal proposito di Christmas Blues, cioè di depressione natalizia. Sebbene non si tratti di una vera e propria categoria diagnostica, questo termine illustra le possibili reazioni psicologiche concomitanti o conseguenti al periodo natalizio.
RIACQUISIRE IL SIGNIFICATO DEL NATALE. Si tratta di un fenomeno a cui possono contribuire diversi fattori tra cui il doversi sentire a tutti i costi euforici e felici. Un sentimento che può stridere fortemente in chi ha subìto una perdita importante come quella di un caro, di un lavoro o che viene dalla fine di una relazione. Le riunioni con i parenti inoltre possono essere fonte di stress e tensioni, soprattutto in quei nuclei familiari in cui sono presenti rapporti conflittuali. Parimenti, può essere un momento di particolare tristezza per chi si trova in condizioni di solitudine e isolamento sociale. Inoltre, la pressione al consumo e all’acquisto, viene spesso percepito come un dovere forsennato e frenetico che rischia di allontanare le persone dal significato originale del natale. Questo risalirebbe alle feste solstiziali legate al culto del sole (Sol Invictus), simbolo della nuova nuova vita che subentra all’inverno. Successivamente, tali tradizioni sono confluite nella festività cristiana del Natale, giorno della nascita di Gesù. La società attuale sembrerebbe essersi molto distaccata da questi significati profondi di nascita e rinascita, per sovrapporsi invece ad aspetti legati al consumismo.
Quando fare regali, riunirsi con i familiari ed essere felici diventano più un obbligo a cui adempiere piuttosto che qualcosa di spontaneo e autentico, possono emergere questi stati d’animo.
A livello psicologico dunque, il natale ha molto a che vedere con temi quali il rinnovamento e la trasformazione. Riacquisire questo punto di vista può essere di aiuto a livello personale ed esistenziale. Il momento passaggio dall’inverno e dall’oscurità alla luce e alla vita, se declinato a livello simbolico e metaforico sul vissuto soggettivo, può indicare come anche dalla stagione esistenziale più gelida, sia possibile riemergere con energie e spinte portatrici di vita, mutamento e trasformazione.
LA FINE E L'INIZIO. Ciò può essere valido anche per l’avvicinarsi del capodanno, un momento di valutazione dell’anno oramai prossimo alla chiusura. Tale fase porta con sé un bilancio, un “tirare le somme” che talvolta può costituire motivo di disagio e a cui potrebbero accompagnarsi vissuti di ansia, irascibilità, ruminazione oppure disturbi psicosomatici. Sono sintomi e stati d’animo che non vanno sottovalutati né trascurati. Al contrario, possono costituire un’occasione per prestare un attento ascolto delle proprie emozioni e per comprendere i propri bisogni. Nei casi in cui questo processo risulti difficile da gestire e quando il disagio non incontra una remissione spontanea dopo le feste, può essere utile richiedere la consultazione di uno specialista che permetta di rielaborare vissuti di tristezza e ansia e migliorare il benessere psicofisico.
Dott.ssa Ilaria Truglia, psicologa, psicoterapeuta
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