“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Per la rete non ci sono dubbi: Montesilvano va commissariata
I cittadini della quinta città d'Abruzzo stanchi delle "Congiure di Palazzo" che hanno fatto fuori prima Attilio Di Mattia e poi Maragno. Ipotesi Grande Pescara?
MONTESILVANO VA COMMISSARIATA. Per il web non ci sono dubbi. Montesilvano, la quinta città d'Abruzzo, meglio nota come la "polveriera", è da commissariare perchè non è in grado di essere governata dai suoi rappresentanti eletti al comune. Per la rete, infatti, ha fatto benissimo il sindaco-finanziere Francesco Maragno a rimettere il mandato - «un atto d'amore nei confronti della mia città», ha detto - , dopo nemmeno 100 giorni, e denunciare pubblicamente le «pressioni delle lobby» che si celano dietro la mancata votazione sul Bilancio di previsione 2014.
La verità è che i cittadini, tutti, non soltanto la maggioranza dei montesilvanesi, sono stanchi di assistere agli scandali giudiziari che hanno travolto la città, alle "congiure di palazzo" e quelle faide interne ai partiti per la spartizione del potere.
Nella memoria della gente è ancora troppo vivo il ricordo del giovane economista Attilio Di Mattia, un giovane di belle speranze, che però è stato fatto fuori dopo nemmeno due anni dalla sua elezione da quelle stesse persone che oggi siedono sui banchi di Palazzo Baldoni.
Ieri Maragno ha ufficializzato le dimissioni con una lettera ai cittadini in cui spiega che «la pretesa di taluni consiglieri di maggioranza di legittimare una “cabina di regià” esterna alle cariche elettive, alle funzioni e ai ruoli dell'amministrazione comunale, bypassando la volontà degli elettori e sottoponendo gli organi comunali a un'intollerabile pressione lobbistica» è intollerabile.
E così adesso è iniziato il count down. Mancano soltanto 18 giorni prima che la crisi politica montesilvanese diventi irreversibile. Ma la sensazione che si percepisce - non solo leggendo i commenti sulla rete - è che nonostante i tentativi (diplomatici, tavoli politici e incontri trasversali tra maggioranza e opposizione) la gente di Montesilvano non ne voglia più sapere di questa classe dirigente.
Stop ai "teatrini" della politica e mesteranti? Meglio, dunque, un commissario? Forse questa è l'unica soluzione anche se a pagare il prezzo, come sempre in questi casi, saranno i più poveri, i più bisognosi, i disabili, i disoccupati, le ragazze madri, i giovani, i commercianti in crisi economica, gli studenti e quelle sacche di società emarginate da tutto e da tutti.
L'altra ipotesi, ecludendo il "solito" governo di unità nazionale (Il riferimento al Renzusconi è puramente casuale), potrebbe essere la fusione amministrativa con Pescara e Spoltore (La Grande Pescara), ma non è detto che queste dinamiche non possano ripresentarsi all'interno di un soggetto amministrativo più grande e complesso.
L'alternativa, vera ed indissolubile, è un cambio culturale. Di mentalità. Del popolo italiano e non solo di quello, che vota, a Montesilvano detta "La Polveriera".
Il Sub