“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Parolisi minacciato di morte
Uno 'ndranghetista: «Peccato che non ti hanno mandato in questo carcere perchè ti avrei ucciso con le mie mani»
PROCESSO PAROLISI - Non concessi gli arresti domiciliari al caporal maggiore dell’Esercito, Salvatore Parolisi, principale imputato per l’omicidio della moglie Melania Rea. A deciderlo è stato il gip Marina Tommolini nella tarda mattinata di ieri. Parolisi, dunque, attenderà nel carcere di Teramo, Castorgno, l'esito del processo a suo carico. La procura di Teramo, titolare dell’inchiesta sul delitto deòòa giovane mamma di Somma Vesuviana, aveva già espresso parere negativo alla richiesta avanzata dai legali Valter Biscotti e Nicodemo Gentile. Sarà sempre il gip Tommolini il prossimo 12 marzo, a dover decidere anche su questo.
RIVELAZIONI DE IL CENTRO - Sul quotidiano della famiglia De Benedetti è apparsa una notizia di una lettera minatoria, ricevuta dal caporalmaggiore Parolisi in carcere. Il mittente, identificato dopo una breve indagine, sarebbe uno ‘ndranghetista, rinchiuso nel carcere di Cosenza. Non più, dunque, inquietanti lettere d'amore, inviate da folli ammiratrici. «Peccato che non ti hanno mandato in questo carcere perchè ti avrei ucciso con le mie mani», scrive l’uomo a Parolisi. «Le donne non si toccano mai. Ma forse un giorno ci incontreremo e allora saprò cosa fare». Com'è noto anche il mondo criminale ha le sue regole e la sua etica: donne e bambini non devono essere toccati. La pena è la stessa riservata ai cosiddetti "infami", cioè: la morte.
Red. independent