“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Osservatorio sul Precariato: saldo positivo (+945.000) tra assunzioni e licenziamenti
Lo studio dell'Inps si riferisce al primo semestre del 2017: una crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato
LA DINAMICA DEI FLUSSI. La più forte crescita delle posizioni di lavoro rispetto al 2016 è attribuibile interamente all’aumento delle assunzioni. Le cessazioni sono infatti aumentate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e anche in questo caso l’incremento è concentrato sui contratti a tempo determinato, mentre le cessazioni da contratti a tempo indeterminato sono sostanzialmente stabili. Complessivamente le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, nei mesi di gennaio-giugno 2017 sono risultate 3.547.000, in aumento del 19,4% rispetto a gennaio-giugno 2016. Il maggior contributo è dato dalle assunzioni a tempo determinato (+27,0%) e dall’apprendistato (+27,3%) mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-3,8%: questo calo rispetto al 2016 è interamente imputabile alle assunzioni a part time). Tra le assunzioni a tempo determinato, appare significativo l’incremento dei contratti di somministrazione (+20,7%%) e ancora di più quello dei contratti di lavoro a chiamata, che, con riferimento sempre all’arco temporale gennaio-giugno, sono passati da 95.000 (2016) a 214.000 (2017), con un incremento del 126,7%. Questo significativo aumento dei contratti a chiamata– come pure in parte anche l’incremento dei contratti di somministrazione e dei contratti a termine – può essere posto in relazione alla necessità delle imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo (e riattivati con profonde modifiche normative dal mese di luglio). Questi andamenti hanno portato ad un’ulteriore compressione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (24,7% nel primo semestre 2017) rispetto ai picchi raggiunti nel 2015, quando era in vigore l’esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato.
Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (ivi incluse le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti) sono risultate 182.000, con un lieve incremento rispetto allo stesso periodo del 2016 (+2.000).
Le cessazioni nel complesso sono state 2.602.000, in aumento rispetto all’anno precedente (+15,5%): a crescere sono soprattutto le cessazioni di rapporti a termine (+24%) mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato risultano stabili (+0,2%).
Con riferimento ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, il numero complessivo dei licenziamenti risulta pari a 291.000, in lieve riduzione rispetto a gennaio-giugno 2016 (-2.6%); in aumento risultano invece le dimissioni (+4,1%).
Il tasso di licenziamento (calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti) è risultato per i primi sei mesi del 2017 pari al2,7%, in linea con quello dei corrispondenti periodi del 2016 e del 2015.
LE RETRIBUZIONI INIZIALI DEI NUOVI RAPPORTI DI LAVORO. Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra, per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute a gennaio-giugno 2017, una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro (55,0% contro 57,6% di gennaio-giugno 2016).
LA FRUIZIONE DEGLI INCENTIVI “OCCUPAZIONE GIOVANI” E “OCCUPAZIONE SUD”. Tra gennaio e giugno 2017 sono stati incentivati 28.470 rapporti di lavoro nell’ambito del Programma “Garanzia Giovani” e 58.916 rapporti di lavoro (46.313 assunzioni e 12.603 trasformazioni) nell’ambito della misura “Occupazione Sud”.
Redazione Independent