“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ospite tra gli "ospiti"
Un pomeriggio "speciale" coi detenuti a San Donato. Tante domande, troppi dubbi, una certezza: la musica
OSPITE TRA GLI "OSPITI" AL FESTIVAL DELLA MELODIA. Noi siamo seduti a sinistra della Sala Teatro, proprio davanti al palco. Occupiamo le prime tre file: siamo musicisti e politici (+me). Dietro le nostr spalle, su tutto il lato destro, ci sono anni di galera: gli "ospiti" della casa circondariale "San Donato" di Pescara. E' inevitabile: gli sguardi s'incorciano. Occhi furtivi, dettagli che non sfuggono ad entrambi. Come pure le stesse sono le domande che affollano le menti di entrambe le file. «Chi sono? Come mai sono qui?». Per me, che mi occupo di cronaca, è più semplice riconoscere dei visi, complici i "mattinali" che la Polizia di Stato generosamente invia a noi giornalisti. Ne riconsco uno in particolare. E' un membro di un noto clan pescarese. Sta seduto nella giuria, vicino a me, e pare che conti anche dietro le sbarre. Poi, mentre aspettiamo che il presentatore dia l'avvio alla XIX°esima edizione del Festival della Melodia, mi viene a salutare un detenuto. Lo conosco dall'anno scorso. E' un romano simpatico che scrive per Voci di Dentro, il giornalino che realizza Francesco Lo Piccolo per l'omonima associazione di cui sono membro. Mi dice che uscirà nel 2023. Ah, dimenticavo. Intorno a noi, a vigilare sulla nostra sicurezza, ci sono anche loro, gli agenti della polizia penitenziaria, al servizio del direttore Franco Pettinelli.
LO SHOW E' UNA SORPRESA. Sul palco i cugini Minnucci (Paolo e Franca) sono simpatici ed autentici. Dominano quella "platea" rumorosa che non è esattamente il Circolo dei Poeti Estinti: fischi e grida specie all'indirizzo delle bellezze femminili. Sul palco si alternano: Emanuake Cesari, Francesca Barbacane, Alessia Poliandri, Licia Piermatteo, Maurizio Pallotta, Angelica pompeo, Dolores Valletti, Debora Colan, Tiziano Miravia, Rubens Speziale, Antonio Di Giosaffatte, Sara Dall'Olio e Maurizio Sciarretta. Cantano cover spaziando dalla lirica alla canzone tradizionale napoletana (Torna a Surriento) per passare al meglio della musica italiana (Alex Baroni) e persino artisti internazionali del calibro del Four Non Blondes (What's Up). Piacevolissima l'esibizione della risposta "nostrana" a Vasco Rossi (Marco Corneli) e dell'imitatore Marco Giovannoli. Insomma, trascorre un ora e mezza di puro "onirismo", complice la musica (e gli interpreti, bravissimi), che può questo ed altro. Ad un certo punto abbiamo sognato Johnny Cash salire sul palco come nel mitico concerto nella prigione di San Quintino. Quando finisce tutto, dopo che vengono premiati i vincitori - e i giudici detenuti davvero sono stati onesti - e gli "ospiti" tornano nelle loro celle siamo letteralmente travolti da dubbi. Domande sulla libertà, il senso della vita, la giustizia che è ingiusta, la condizione della pena e l'efficacia del trattamento detentivo a scopo riabilitativo affollano la nostra mente. Che succederà? Quale sarà il nostro destino?
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