“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Orrore nei boschi del Molise: avvelenati e uccisi 15 cani da tartufo
La tragedia si è consumata sotto gli occhi terrorizzati dei padroni degli animali che non hanno potuto salvarli. Disposta la chiusura della tartufaia, ora è caccia all’assassino
Una tragedia orribile si è consumata ieri mattina in un bosco tra l’Abruzzo e il Molise, nel territorio del comune di San Pietro Avellana (provincia di Isernia), uno dei luoghi più celebri d’Italia per la presenza nel sottobosco del tartufo bianco pregiato. Al momento si parla di 15 cani avvelenati per avere ingerito polpette di carne contenente un potente siero contro le lumache e lasciate da qualcuno che evidentemente aveva lo scopo di uccidere. Alcuni animali sono ancora in pericolo di vita ma sono salvi per miracolo grazie all’acqua ossigenata che i padroni gli hanno fatto ingerire con lo scopo di espellere il veleno. Ora sono in cura e si spera che possano guarire nonostante le lesioni procurate dal veleno. Chi c’era racconta di momenti spaventosi: urla disperate, corse tra i boschi con gli animali in braccio alla ricerca di un aiuto, veterinario o una clinica impossibili da trovare nelle vicinanze. Il veleno lasciato nei boschi ha fatto una strage di cani e adesso c’è ancora il pericolo che altri possano avere la stessa sorte. Per tale ragione la sindaca del comune di San Pietro Avellana Simona De Caprio ha disposto la chiusura della tartufaia ed ora è caccia al responsabile di questo gesto vigliacco e disumano. Anche il presidente della Regione Molise Donato Toma é intervenuto sulla vicenda definita di “cattiveria inanudita”. Parliamo dunque di un fatto gravissimo che ha sconvolto non solo il Molise e tutta la comunità tartufaia ma anche il resto della nazione che adesso giustizia e rispetto per gli animali e la natura, visto che il veleno abbandonato può provocare ancora molti danni.