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Ordine dei Giornalisti critica il Comune di Pescara: "Immotivata esclusione dei pubblicisti"
Con scadenza 16 settembre l'ente guidato dal sindaco Mascia ha promosso due avvisi pubblici per individuare due figure da inserire nello staff
ORDINE DEI GIORNALISTI VS. COMUNE DI PESCARA. Riservare ai soli giornalisti professionisti ( con l'esclusione dei giornalisti pubblicisti) la partecipazione agli avvisi pubblici per l'ufficio stampa del Comune di Pescara è immotivato e giuridicamente non corretto. Lo sostiene il Presidente dell'Ordine dei giornalisti d'Abruzzo, Stefano Pallotta, che ha inviato una lettera al sindaco di Pescara, Carlo Masci, per chiedere la modifica dei due avvisi pubblici ai sensi della legge 150 del 2000.
Egr. sig. Sindaco, sottopongo alla sua cortese attenzione una questione che all’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo sta molto a cuore. Lo faccio in relazione ai due avvisi pubblici, pubblicati dal Comune di Pescara, in data 6 agosto, riguardanti il conferimento di un incarico di specialista nei rapporti con i media e un incarico di specialista della comunicazione. Nel ringraziarLa per aver scelto la via più democratica per tali selezioni, ossia quello dell’avviso pubblico, le faccio notare, tuttavia, che l’esclusione dei giornalisti pubblicisti ( gli avvisi, infatti, riguardano i soli giornalisti professionisti) è immotivata e anche giuridicamente non corretta. Nei due avvisi si fa riferimento alla legge 150 del 2000, che disciplina, tra l’altro, la composizione degli uffici stampa, ebbene proprio questa legge prevede all’art. 9 che gli Uffici stampa – se è questo che il Comune intende realizzare – devono essere costituiti “da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti”. Nessuna distinzione viene operata dalla norma tra pubblicisti e professionisti, e non potrebbe essere diversamente data l’unicità dell’albo dei giornalisti. Risulta, pertanto, incomprensibile l’esclusione dei giornalisti pubblicisti. Sono a chiederle di apportare una modifica ai due avvisi pubblici per riparare un errore che mette fuori gioco decine di giovani colleghi.