“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ora basta morti in strada
Più di trenta città italiane hanno aderito alla campagna nazionale #Bastamortinstrada promossa da #salvaiciclisti
LA PROTESTA DEI CICLOAMBIENTALISTI. E’ con questo slogan che ieri, venerdì 16, a Pescara, in contemporanea con più di trenta città italiane, i ciclisti organizzati hanno aderito alla campagna nazionale #bastamortinstrada promossa dal movimento #salvaiciclisti. I cicloattivisti di Pescara Bici FIAB e Critical Mass Pescara, partiti dalla Madonnina del Porto, rinominata Piazza delle Biciclette dai ciclisti urbani che la frequentano, hanno dato vita ad una biciclettata spontanea, per ricordare il tragico evento che ha visto coinvolta domenica scorsa nel lodigiano una 17enne, Altea Trini, che passeggiando in bicicletta con il suo gruppo di scout è stata travolta da un SUV. Un epilogo drammatico, uno dei tanti che ogni giorno contribuiscono a rendere insicura la quotidianità di chi sceglie di muoversi a piedi o in bicicletta.
IL "CASO" DI PESCARA. A Pescara, dal 2005 al 2012 a fronte di una progressiva diminuzione degli incidenti stradali, sono più che raddoppiati i sinistri che hanno coinvolto i ciclisti a Pescara (dati Polizia Municipale). Lo stato di insicurezza delle strade è aggravato dalla scarsa disponibilità e manutenzione di percorsi ciclabili, dalle troppo timide iniziative per la moderazione del traffico e incentivazione della mobilità ciclistica. Alla biciclettata che ha interessato punti simbolici di Pescara: il lungomare nord tra la Madonnina e la Nave di Cascella, Corso Vittorio Emanuele (una delle strade più congestionate e pericolose nel pieno centro di Pescara), il Palazzo della Provincia e del Comune. La manifestazione si è conclusa con la partecipazione dell’ Associazione Italiani Familiari e Vittime della Strada (AIFVS), ed un’azione simbolica di memoria per le vittime degli incidenti stradali. “La verità è che questi non sono ‘incidenti’. La verità è che le strade sono progettate per assicurare l’incolumità di una sola categoria di utenti: gli automobilisti. La verità è che le regole del Codice della Strada non vengono rispettate e fatte osservare, né su strade urbane né su strade extraurbane. La verità è che la categorie di utenti leggeri della strada, ossia ciclisti e pedoni, non viene contemplata nella pianificazione per la sicurezza stradale e nello sforzo di progettazione e applicazione di sistemi di sicurezza avanzati. La verità è che la folle corsa impostaci dalla motorizzazione non contempla il rispetto per la vita. I pedoni ed i ciclisti in quanto utenti stradali non esistono per lo Stato italiano. In Italia quasi ogni giorno muore un ciclista, ogni giorno due pedoni vengono falciati, spesso proprio sulle strisce pedonali. Ad oggi il numero è di 217 ciclisti e 619 pedoni uccisi dall’inizio dell’anno. Dietro ognuno di questi numeri c’è una vita, una storia, degli affetti. Per ridurre questi numeri impressionanti esistono le leggi, esistono gli studi, esistono best practice di successo messe in atto da altri Paesi, esiste la tecnologia. Non intervenire è una volontà politica. Non porre fine a tutto ciò vuol dire essere complici di chi ha in spregio la vita altrui. Esigiamo una urgente azione da parte sua e del Governo, e da parte degli enti locali responsabili della gestione delle infrastrutture della viabilità. A questo accorato appello dell’AIFVS, consegnato personalmente da esponenti del movimento #salvaiciclisti al Presidente della Repubblica, mentre a Roma più di 1000 ciclisti urbani animavano la manifestazione, si aggiunge la voce dei ciclisti urbani pescaresi stanchi dei roboanti proclami senza risultati significativi: “Ora basta morti in strada, servono azioni immediate!”
Redazione Independent