Occupazione, Italia fanalino di coda in Europa per i neolaureati

Ancora malissimo l’Italia sul fronte occupazionale per i neolaureati. Lo scorso anno, nel 2023, l’83,5% dei neodiplomati e neolaureati nell’Ue era occupato, segnando un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2022 (82,4%). Lo rileva uno studio di Eurostat che individua il nostro come il paese con il tasso di occupazione più basso (67,5%), preceduta da Grecia (72,3%) e Romania (74,8%). Il tasso di occupazione complessivo dei neolaureati era pari o superiore all’80% in 22 paesi dell’Ue. Malta era in testa con il 95,8%, seguita dai Paesi Bassi (93,2%) e dalla Germania (91,5%).

Le stime fanno riferimento ai neolaureati di età compresa fino a 34 anni, che hanno completato i loro studi negli ultimi 1-3 anni a livello di istruzione media o terziaria (laurea o master universitari). Negli ultimi 10 anni, si è registrato un aumento del tasso di occupazione dei neolaureati. Nel 2013, il tasso era del 74,3% e da allora è in costante aumento. L’eccezione è stata il 2020 colpito dalla pandemia (78,7%), quando è stata osservata una diminuzione di 2,3 pp rispetto al 2019 (81,0%). Nel 2023 si è registrato un divario di 9,6 punti percentuali nel tasso di occupazione dei neolaureati con titolo di studio terziario (87,7%) rispetto a quelli con titolo di studio medio (78,1%).