“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Occhi ai fratelli coltelli
La crisi PD potrebbe rivelare uno scenario insospettabile: la conferma di Mascia e l'incoronazione di D'Alfonso
SE CI RIESCE LA SERRACCHIANI... La vittoria di Debora Serracchiani alle regionali del Friuli Venezia Giulia dà una speranza in più a un Pd ormai allo sbando e riapre i giochi anche per quanto riguarda lo scenario abruzzese. Il Partito Democratico, infatti, potrà continuare a vincere - anche a livello locale - se punterà sulla forza e la credibilità delle singole persone. Ecco perchè la candidatura sempre più certa di Luciano D'Alfonso a governatore potrebbe riservare non poche sorprese. D'Alfonso è un personaggio indubbiamente 'strong' dal punto di vista politico, catalizzatore come pochi; non è un mistero che l'ex assessore alla cultura Paola Marchegiani abbia accettato di scendere in campo e militare nel Pd soprattutto per la stima che la legava a 'Big' Luciano. E chissà quante persone hanno agito come lei. Non a caso, quando si vociferava di un possibile passaggio del "Faraone" all'Udc o addirittura di una lista civica intestata all'ex sindaco di Pescara, i 'Democrat' si sono preoccupati non poco, ben consapevoli che rischiavano di perdere un cavallo di razza.
INTANTO IL MANCATO D'ALFONSO DI DESTRA... A un anno dalle amministrative abruzzesi, e a pochi giorni dallo scandaloso inciucio Pd-Pdl consumato finalmente alla luce del sole, è però difficile prevedere con esattezza quale sarà il responso delle urne, visto che un trionfo del centrosinistra non è più così scontato. Chiodi, dunque, potrebbe continuare a farsi chiamare ancora a lungo "governator" (e non "ex governator") da noi di Abruzzo Independent, in virtù di una clamorosa riconferma. Lo stesso discorso vale anche per il Comune di Pescara. Luigi Albore Mascia non è più così spacciato come sembrava essere fino a qualche settimana fa. Tanto per cominciare, il 'Mancato D'Alfonso di Destra' si è messo finalmente a recuperare il tempo perso, e proprio come all'epoca del suo predecessore ha iniziato a inondare la città di cantieri su cantieri: oltre alla pedonalizzazione di via Firenze, ci sono infatti i lavori di via Caravaggio, riviera sud, viale Sabucchi e chi più ne ha più ne metta. Queste opere pubbliche potrebbero far riguadagnare punti al 'Delocalizzatore', soprannome meritato in virtù delle battaglie, finora perse, per la delocalizzazione del Cementificio di via Rajale e delle Antenne a San Silvestro.. E poi, diciamocelo francamente, ora come ora nel centrosinistra manca un'alternativa seria a Mascia. Questo è un fattore da non sottovalutare.
CHI CANDIDIAMO? Facciamo due conti: chi potrebbe scendere in campo nel Pd per provare a riconquistare Palazzo di Città? Marco Alessandrini, già "bruciato" nel 2009 e passato nettamente in secondo piano, durante questi anni, anche nel ruolo di oppositore? Moreno Di Pietrantonio? Enzo Del Vecchio? Camillo D'Angelo? Questi consiglieri comunali, con tutto il rispetto, ci sembrano più adatti a un ruolo da comprimari che non da protagonisti. Forse Antonio Blasioli, cattolico dichiarato come D'Alfonso, potrebbe tentare la scalata, ma al momento possiamo darlo al 50% delle possibilità. Oppure si potrebbe puntare su un outsider come Nicola Mattoscio di Pescarabruzzo. Certo, Mascia l'ha sparata grossa quando ha detto che la sua giunta "è forse la migliore che Pescara abbia mai avuto negli ultimi 20 anni", ma di sicuro c'è che se il Pd non riuscirà a trovare un altro D'Alfonso, la situazione si complicherà.
Giulio Bertocciani