“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Nuovi sviluppi nell’indagine “Tana delle Tigri” su appalti e cocaina
Due funzionari del settore Lavori Pubblici presso il Comune di Pescara sono stati sospesi perché usavano la macchina di servizio fuori dall’orario di lavoro o in ferie
Nuovi sviluppi nelle indagini sulla mala gestio del Settore “Lavori Pubblici” del Comune di Pescara. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo adriatico, dott. Fabrizio Cingolani, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto la sospensione dall’esercizio di un pubblico (ufficio e servizio) nei confronti di due funzionari, preposti alla gestione degli appalti dell’Ente comunale, indagati per il reato di peculato.
“Il provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria scaturisce dall’utilizzo illecito di autovetture comunali per finalità private, anche fuori dall’orario di servizio o nei giorni in cui risultavano in ferie ed usate anche per acquistare la droga che poi assumevano insieme agli altri membri del “quartiglio”, l’ex Dirigente del Settore LL.PP. e l’imprenditore presunto corruttore. Consumo della sostanza stupefacente che avveniva anche negli stessi uffici comunali, in auto e nella cosiddetta “tana delle tigri”, il luogo di ritrovo, gioco e affari illeciti del gruppo”, spiegano gli uomini delle Fiamme Gialle.
Le misure cautelari personali interdittive sono state eseguite dai militari pescaresi, che le hanno comunicate anche al Sindaco della Città, Carlo Masci, in qualità di attuale rappresentante legale del Comune.
“È, infine, necessario evidenziare che l’opportuna diffusione delle informazioni relative ai fatti oggetto di indagine sopra descritti, in ragione della loro gravità e delle conseguenti innegabili ragioni di interesse pubblico alla loro conoscenza, non deve comunque far trascurare che si tratta di fatti e responsabilità riconosciute, allo stato, da un provvedimento cautelare, al quale farà seguito il necessario vaglio processuale, di guisa che prima della conclusione di tutti i gradi di giudizio gli indagati non possono essere considerati colpevoli dei reati ipotizzati a loro carico”, conclude la nota stampa.