Nuovo commissario alla Ricostruzione: via Legnini per il marchigiano Castelli

Si tratta del Senatore di Fratelli d’Italia incaricato dalla Premier Meloni di guidare l’impegnativo incarico di gestione delle procedure post sisma 2016-17

Nuovo commissario alla Ricostruzione: via Legnini per il marchigiano Castelli

Il Premier Giorgia Meloni ha firmato il DPCM per la nomina del nuovo Commissario per la Ricostruzione post sisma del Centro Italia 2016/2017. Si tratta del Senatore di Fratelli d’Italia, il marchigiano Guido Castelli che prende il posto di Giovanni Legnini.

Una scelta, secondo l’Onorevole del Terzo Polo (Azione-Italia Viva) Giulio Sottanelli, che conferma ancora una volta come il Presidente del Consiglio abbia scarsa considerazione delle qualità e delle professionalità degli abruzzesi: “Dopo un presidente della Regione romano e ben tre seggi sacrificati alla Camera dei Deputati, per far eleggere figure provenienti da altre regioni – spiega Sottanelliora questo altro sgarbo. Il ben servito all’ ottimo Giovanni Legnini, catapultato ad Ischia, in realtà celava, evidentemente, la reale intenzione di Giorgia Meloni, quella di rendere omaggio agli elettori marchigiani, affidando ad un loro corregionale un incarico così importante, senza tener conto che le maggiori necessità, per la gran mole dei danni subiti, riguardano proprio l’Abruzzo, e che, anche all’interno del suo Partito, abbiamo qui dei bravi professionisti che avrebbero potuto tranquillamente fare la loro parte. Il Senatore Castelli saprà gestire con assoluta equità, come ha fatto Legnini, questo compito così delicato? Glie lo auguriamo – prosegue ancora Sottanellima resta il dato politico sull’ennesimo schiaffo agli abruzzesi della Meloni e l’ancora più colpevole silenzio del nostro Presidente della Regione, Marco Marsilio, che non sa più come giustificare i provvedimenti contro l’Abruzzo, della sua amica Giorgia Meloni.”


“La scelta del governo Meloni di nominare un nuovo commissario alla 
ricostruzione nel Centro Italia nella persona del senatore Guido Castelli è naturalmente legittima. Sono tuttavia uno sbaglio e un enorme rischio quelli del governo che interrompono il lavoro di Giovanni Legnini, che è stato una svolta riconosciuta da più parti nei territori terremotati, come sottolineato dai significativi e ripetuti appelli dei giorni scorsi di cittadini e rappresentanti istituzionali”: lo dichiara il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese.

Fina prosegue: “Nell’interesse delle popolazioni del cratere non possiamo quindi che augurare buon lavoro a Castelli, e auspicare che lo conduca nel migliore dei modi. La scelta di non ascoltare le voci che sono arrivate dal
territorio, e di ignorare tutto il merito, i risultati di un lavoro in corso come quello di Legnini, sono comunque errori. Perché fanno ripiombare nel pericolo di un rallentamento un percorso che in passato, prima di Legnini, ha già subito uno stallo inaccettabile per i cittadini coinvolti, visto quello che avevano dovuto passare in occasione delle scosse sismiche del 2016 e del 2017. Ricordo di aver molto lavorato alla scelta di Legnini con l’aiuto di Nicola Zingaretti in qualità di Segretario nazionale del Pd 
e Presidente della Regione Lazio, Dario Franceschini come Ministro capo delegazione del Pd al Governo, l’unità granitica dei parlamentari del Pd abruzzese e di tutto il gruppo dirigente, la comprensione e il sostegno degli altri parlamentari abruzzesi di centrosinistra e del M5S, questi ultimi anche come interlocutori intermediari con l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la condivisione di gran parte dei partiti del centrodestra ed infine un dialogo serrato e positivo con gli altri rappresentanti di tutti i territori. Un lavoro nell’interesse delle cittadine e dei cittadini e non di un partito; lo dimostrò anche la non rivendicazione politica ma il riconoscimento unanime. Perché Legnini ha rappresentato, tra le altre cose, anche la messa a disposizione di un’esperienza istituzionale figlia dell’Abruzzo che ha dovuto subire, prima del sisma 2016-17, la tragedia del 2009 per affrontare la quale anche Legnini fu determinante. Ma questo è il primo significativo regalo del Governo Meloni: sordità totale e sdegnosa indifferenza alla richiesta dei territori, di tutti i territori del cratere, che non hanno meritato nemmeno un incontro o una risposta. Prima viene il suo partito e la composizione delle ambizioni interne”.