“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
"Nuove Schiavitù", interessante reportage su prostituzione e accattonaggio
L'impatto sulla nostra società del traffico degli esseri umani. Iniziativa a cura dell’associazione culturale KirmiziLab e patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara
Venerdì 17 aprile 2015, presso la Sala Tosti auditorium Aurum di Pescara dalle 17,30 si è svolto un interessante incontro - dibattito dal titolo "Nuove Schiavitù – Reportage e inchieste su prostituzione e accattonaggio”, organizzato dall’associazione culturale KirmiziLab e patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara.
L’incontro è stato introdotto dall’Assessore alla Cultura e PubblicaIstruzione del Comune di Pescara, Giovanni Di Iacovo e moderato da Chiara D’Onofrio, Presidente dell’associazione culturale “KirmiziLab” che è uno spazio di aggregazione e scambio culturale.
All’importante iniziativa hanno partecipato professionisti del mondo giornalistico ed Antonello Salvatore dell'associazione “On The Road Onlus” che attiva da circa venti anni, assiste ed aiuta le vittime di sfruttamento in Abruzzo, su un vasto territorio, sulle strade della bonifica del Tronto, a Martinsicuro e sulla costa. I modelli operativi sperimentati dall’équipe itinerante sul territorio sono
d’aiuto a prostitute, tossicodipendenti, minori in stato d’abbandono, attraverso un lavoro di rete in collaborazione con le Forze dell’Ordine, la Caritas ed il volontariato.
E’ stato approfondito il tema di grosso impatto sociale sulle nuove forme di schiavitù: la tratta degli esseri umani, lo sfruttamento della prostituzione, la povertà e l’accattonaggio, il tutto raccontato e documentato con recenti inchieste giornalistiche presentate dagli stessi autori, attraverso web-inchieste, servizi sui media di carta stampata, reportage fotografici.
Il dibattito ha evidenziato i preoccupanti e scottanti fenomeni che registrano purtroppo un incremento anche nel territorio abruzzese.
Si è discusso del web doc sulla prostituzione in Abruzzo realizzato dai giornalisti Fabio Iuliano e Marianna Gianforte per Il Centro che ha raccontato storie di ragazze nigeriane: una morta per linfoma ed un’altra di 21 anni avviata alla prostituzione quando aveva solo 17 anni che è riuscita ad uscire dal giro grazie all’aiuto avuto, frequentando un corso di cucina ed intraprendendo un lavoro in questo settore. I clienti non si pongono il problema della tratta della schiavitù. Sono state descritte anche le diverse tecniche di aggancio del cliente: per strada, davanti alle porte dove poi consumare il rapporto sessuale in camera, attraverso i web.
Molto interessanti gli interventi di diversi giornalisti locali che hanno sviluppato il tema della prostituzione, come Paolo Mastri, de Il Messaggero Abruzzo, che ha descritto i fattori ambientali che determinano lo sviluppo della prostituzione. La droga, usura, gioco d’azzardo, estorsione e pizzo si sono insediati dal ’91 in Abruzzo, trasformando la regione da “isola felice” a territorio a rischio. Un interrogativo inquietante ha posto ai presenti: come può il “cliente” avvicinarsi a queste vite umane, alle prostitute, ignorando che sono delle vere e proprie “schiave”.
L’altro argomento scottante dell’accattonaggio è stato sviluppato da Pietro Lambertini, redattore del giornale Il Centro che ha realizzato un singolare reportage, riportando la sua particolare esperienza nelle vesti di mendicante agli angoli dei semafori di Pescara, Via Venezia.
Non riconosciuto anche dagli stessi suoi amici, ha descritto i proventi in due ore di elemosina, otto euro e 30 centesimi e gli atteggiamenti della gente che in alcuni casi manifestava interesse
alla sua precaria condizione ma il più delle volte totale indifferenza. “Mi sono sentito una panchina, un arredo inutile” le sue testuali parole ed ha sottolineato che il giornalista deve andare fra la gente e raccontare le loro esperienze dal vivo.
Il tema del ruolo del giornalismo che deve raccontare la realtà è emerso chiaro anche nel video-inchiesta “Non chiamateli Mostri”, storia di ordinaria schiavitù. Un viaggio sull’accattonaggio “Sui
brutti, sporchi e cattivi” (Ettore Scola 1976) che parte nel 2013 da Roma, Milano e termina in Romania. Antonella Graziani e Michele Vollaro hanno raccontato come il loro lavoro è diventato poi un libro dal titolo "La Fabbrica dei mostri" perché una piccola casa editrice, rimasta colpita dal realistico e drammatico documentario, ha inteso sostenere questo coraggioso “giornalismo inchiesta”. Nel servizio è descritto la storia di ordinaria schiavitù e dell’organizzazione esistente in Romania che trasformano in schiavi persone disabili (minori, donne, anziani) o ridotti tali, costretti ad elemosinare ed a sopravvivere in campi abusivi, fra sporcizia e topi. Padre Albano
descrive nel servizio, la triste situazione di Baia a Mare in Romania, dove la “saracia” cioè la povertà, spinge ad elemosinare ed a vivere in baracche, sui treni, subendo dai trafficanti violenze di ogni tipo, sessuali-psicologiche, traumi fisici. Per costringerli a mendicare, rendono le persone disabili, provocando intenzionalmente fratture alle ossa. Poi la rete dei trafficanti, porta questa povera gente in Italia con la promessa di condizioni migliori di vita e li costringe invece
all’accattonaggio. “Danno soldi e vanno avanti”, così la gente crede di aiutare, mentre è necessario fornire servizi e non elemosina, fornire assistenza sanitaria, sicurezza e non abbandono.
Anche la fotografia, con il reportage realizzato in Romania da Fabrizio Farrone, ha documentato la grave situazione dei fenomeni della prostituzione ed accattonaggio.
Lo svolgimento dell’evento è stato accompagnato da letture dell’attore e scrittore Angelo del Vecchio di brani tratti da "L'uomo che ride” di Victor Hugo, “L’isola sotto il mare” di Isabella
Allende, "La Fabbrica dei mostri" di Graziani, Valente e Vollaro.
Foto e video: Michele Raho
Angela De Francesco