Nuova Pescara, da Spoltore si annuncia la “battaglia per l’indipendenza”

Una lettera del presidente del consiglio Matricciani ai candidati pescaresi denuncia il maxi debito del Comune di Pescara e parecchi altri guai per la fusione

Nuova Pescara, da Spoltore si annuncia la “battaglia per l’indipendenza”

“Come amministratore, ho il dovere di dare seguito alla volontà popolare, espressa nel referendum del 2014, di unire la Città di Spoltore a quelle di Montesilvano e Pescara. È però un mio profondo convincimento che questa fusione non funzionerà, e che le comunità di Spoltore e Montesilvano, presto o tardi, torneranno a chiedere di essere indipendenti, come già accaduto per Spoltore dopo l’annessione a Pescara del 1927. E allora, perché aspettare? 

Un altro mio dovere come rappresentante dei cittadini è raccontare quello che osservo e penso: non fa eccezione il percorso che sta portando alla fusione con Pescara. E quindi ho deciso di intervenire, oggi e nei prossimi giorni, per informare le tre popolazioni coinvolte, la stampa e i portatori d’interesse di quello che accade. Perché nonostante tutto mi dispiacerebbe, a cose fatte, sentir dire: “Matricciani aveva ragione”. Tanto vale dunque mettersi al lavoro, da subito, per fare andare le cose nella giusta direzione.

Molti hanno parlato e parlano sui giornali e alla tv della Nuova Pescara riempiendosi la bocca di slogan vuoti, semplicemente perché hanno ambizioni di partito da saziare o sognano di guidare e gestire la nuova città: tutto procede senza un reale coinvolgimento della cittadinanza, testimoniato dalla totale assenza di stampa e gente comune alle riunioni dell’Assemblea Costituente. 

Io mi sento Pescarese non meno che Spoltorese: sono convinto che Pescara debba essere una città turistica, vivibile, salotto del centro-sud. Ma non a discapito di Spoltore e Montesilvano. In questi mesi gli amministratori del capoluogo, di entrambi gli schieramenti, hanno lavorato a quella che credo, anzi sono convinto, sia una forma di annessione destinata a cancellare completamente le identità delle comunità d’origine, sul modello dell’invasione Russa ai danni dell’Ucraina. Pescara non vuole neppure cambiare nome, e diventare come chiesto nel referendum “Nuova” Pescara: un fatto simbolico, certo, ma emblematico del progetto politico che si vuole realizzare. 

Ho sempre ricordato che era possibile rispettare la volontà referendaria creando un soggetto istituzionale nuovo, una città metropolitana in grado di unire alcuni servizi, verificandone la convenienza e la qualità nell’interesse di tutti. Ma per farlo servirebbe un progetto più ampio, che interessi un bacino di popolazione superiore a quello al momento interessato. L’unione dei primi servizi, in corso, ha già portato i primi problemi e un aumento dei costi generalizzato. Oggi Imu e Tari a Spoltore sono un terzo di quelle a Pescara, dove si pagano di più persino i passi carrabili: recentemente a Spoltore è stato necessario – per rispettare un obbligo di legge – aumentare la tassazione di questi ultimi del 40%. Ciononostante gli importi sono ancora la metà di quelli previsti a Pescara. 

La propaganda del referendum cavalcò l’onda, all’epoca impetuosa, che chiedeva di ridurre i costi della politica e della pubblica amministrazione a tutti i livelli: ma la Nuova Pescara, per come si sta concretizzando, porterà nuove spese, nuova burocrazia, nuovi passaggi amministrativi

Voglio fare poi una considerazione del tutto pragmatica: sono pronto a scommettere che completare la fusione, tenendo conto anche delle scadenze elettorali, non sarà possibile nel 2027 e tutto slitterà al 2029. Considerando che per i territori interessati dal processo non è possibile lavorare sul Piano Regolatore, c’è il rischio di andare avanti per un decennio solo con accordi di programma, mantenendo in piedi documenti urbanistici, è il caso innanzitutto di Spoltore, realizzati molti anni fa in un contesto sociale, economico e politico completamente differente.  

Prevedo dunque che la fusione, gestita in questo modo, porterà a un arretramento generale delle nostre comunità e a un grave rallentamento del loro sviluppo. 

Senza dimenticare che la città più grande delle tre, Pescara, al momento del referendum partiva con un disavanzo, da coprire attraverso una procedura di riequilibrio, pari a oltre 63 milioni di euro da ripianare in 10 anni (cioè entro il 2024). Spoltore, invece, da 40 anni approva bilanci sempre in regola: è evidente che la rapida realizzazione del programma di fusione non gioverà ai cittadini di Spoltore, e probabilmente neppure a quelli di Montesilvano e Pescara, se pensiamo all’aumento delle spese e al fatto che già si pensa di utilizzare i fondi messi a disposizione per la fusione in opere di ordinaria amministrazione, del tutto slegate dalla dotazione infrastrutturale destinata a dare l’indirizzo alla vocazione territoriale da concretizzare.

Quella che vedo io è una pseudo fusione, utile solo al Comune di Pescara per occupare aree di territorio non urbanizzate di Spoltore e Montesilvano con l’obiettivo di delocalizzare tutte le situazioni critiche della città capoluogo. Negli ultimi vent’anni, mentre erano in carica amministrazioni di destra o di sinistra, abbiamo candidato più volte il territorio di Spoltore a ospitare una scuola superiore, l’istituto alberghiero, la caserma dei vigili del fuoco, uno stadio (in zona Cavaticchi), un parcheggio di scambio per alleggerire il centro di Pescara dal traffico e dallo smog. Da parte delle amministrazioni di Pescara e Provincia non abbiamo ricevuto mai risposte positive, e l’ultimo caso è quello della nuova sede regionale in corso di realizzazione nell’area di risulta.

Mi auguro che le future amministrazioni, quella appena eletta in Regione e quelle che a breve lo saranno a Montesilvano e Pescara, si facciano portavoce di un ripensamento su questa fusione, da superare ragionando in termini di area metropolitana”. 

Questa lettera scritta da Lucio Matricciani, che è il presidente del Consiglio comunale di Spoltore ed esponente del Partito Democratico, é stata inviata ai candidati sindaco Carlo Masci, Carlo Costantini, Domenico Pettinari e Gianluca Fusilli, ma anche a tutti i candidati consiglieri impegnati nelle amministrative pescaresi del 8 e 9 giugno.