Non rischia la strage

Cade l'accusa più grave, resta l'incendio. Ma c'è pericolo di «reiterazione del reato e pericolo di fuga»

Non rischia la strage

PESCARA. IL BOMBAROLO RESTA IN CARCERE MA NON FU STRAGE. Il gip del tribunale di Pescara, Luca De Ninis, ha convalidato l'arresto nel carcere di San Donato per Roberto Di Santo, 58 anni, originario di Roccamontepiano, meglio conosciuto come "Il Bombarolo" per le sue clamorose azioni di protesta contro le Istituzioni e la società. Assistito dal suo legale Alfredo Di Pietro ha ammesso le proprie responsabilità precisando, tuttavia, che gli ordigni preparati erano innocui, in quanto le bombole erano vuote. Il gip del tribunale di Pescara gli ha creduto. «Si tratta - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere - certamente di condotta dolosa ma, in mancanza di elementi relativi alla possibilità di propagazione delle fiamme allo stabile abitato o verso altre direzioni, non si ritiene di poter classificare tale condotta come incendio, ma solo come danneggiamento con pericolo di incendio: fattispecie che non consente l’adozione nè del fermo nè della misura cautelare richiesta dal Pm». Dunque, una bella chance per Di Santo di uscire presto dal carcere ed evitare un processo con l'accusa di strage per il quale il codice penale prevede, in caso di condanna, una pena fino a 15 anni di carcere. Tuttavia, resistendo il pericolo di «reiterazione del reato e pericolo di fuga» evidenziato dalla «una personalità parossistica e dominata dalla ricerca istrionica di lanciare un segnale eclatante nei confronti delle istituzioni», Di Santo trascorrerà ancora alcune settimane in carcere.

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