“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
No ai rifiuti termovalorizzati
Suonano minacciose le parole Di Dalmazio «è giunta l'ora dei temovalorizzatori». Il pericolo si chiama "emissioni"
EMERGENZA RIFIUTI, NO AI TERMOVALORIZZATORI. Suonano "minacciose" le parole dell’assessore al Turismo, con delega speciale ai rifiuti, Mauro Di Dalmazio, che ha dichiarato «in Abruzzo è ormai giunta l’ora dei termovalorizzatori». L'idea (alternativa alla discarica) per superare la periodica emergenza, in cui versa la regione green d'Europa, è quella di incenerire i rifiuti solidi urbani ed i rifiuti speciali in inceneritori termovalorizzanti.
COME FUNZIONANO. Il meccanismo è semplice: il calore sviluppato durante la combustione viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia. Il problema dei termovalorizzatori, però, è noto: le emissioni sono pericolose per la salute delle popolazioni vicine agli impianti. In Italia sono presenti a Brescia (l'impianto smaltisce circa 750mila tonnellate l'anno), a Trezzo sull'Adda mentre l'impianto di Brindisi, come pure quello di Colleferro e di Pietrasanta sono finiti nei centro di inchieste sull'emissioni. Famosissimo, poi, l'inceneritore di Acerra, in provincia di Napoli, al centro di fortissime polemiche per la prossima acquisizione da parte della Regione Campania.
IL PERICOLO EMISSIONI. Le ceneri volanti e le polveri intercettate dall'impianto di depurazione dei fumi sono rifiuti speciali altamente tossici (in quanto concentrano molti degli inquinanti più nocivi), che come tali sono soggetti alle apposite disposizioni di legge e sono poi conferiti in discariche speciali. Ed è proprio sul controllo delle emissioni nell'aria e nell'ambiente circostante che si manifestano i dubbi degli ambientalisti e dei movimenti contrari alla termovalorizzazione dei rifiuti.
LA PROTESTA DEL M5S. Oggi il Movimento 5 stelle Abruzzo consegnerà al Presidente del Consiglio regionale Pagano le circa duemila firme raccolte in questi mesi in tutto il territorio regionale per una corretta gestione dei rifiuti. Cosa prevede il documento: una maggiore trasparenza nell’informare i cittadini sulla destinazione dei rifiuti raccolti; rinunciare alla realizzazione di inceneritori, o termovalorizzatori, di qualsiasi tipo; favorire con incentivi la riduzione di rifiuti civili, commerciali ed industriali; rispettare il raggiungimento del 65% di differenziata entro il 2012, proponendo di arrivare all’80% entro il 2013; favorire la realizzazione di impianti di riciclo e di compostaggio dei materiali nel territorio regionale in modo da trattarli direttamente nel nostro territorio al fine di limitare, all’interno della filiera del riciclo, anche le spese di trasporto.
POLEMICO IL WWF. Anche Ines Palena del wwf della Zona Frentana e Costa teatina parla di «Abruzzo sempre più lontano dall'Europa». E, poi: «E' giunta l'ora - dice la Palena - di puntare su compostaggio e differenziata. Altro che inceneritori». intanto diversi Comuni della zona, a causa dell'emergenza rifiuti sono costretti a conferire la frazione organica in Emilia Romagna, con forti aggravi per la collettività.
Marco Beef