“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
UNA TRISTEZZA INFINITA - Un lunghissimo applauso della folla ha accompagnato, oggi a Bergamo, l'uscita del feretro di Piermario Morosini, coperto dalla sua maglia numero 25 del Livorno. Poi il coro dei tifosi: "Mario uno di noi". Durante la messa ha parlato anche don Remo Luiselli, parroco di Monterosso che ha ricordato le giornate trascorse da Morosini con i ragazzi dell'oratorio. "Quando uno ha una carriera davanti come aveva Piermario forse si sente 1-2-3 gradini piu' in alto rispetto agli altri, Mario no, quando veniva all'oratorio si metteva a giocare con i bambini di sei anni e metteva tutta la sua passione nel regalare la sua esperienza. Stava con i bambini volentieri. C'era una cosa che non gradiva, che gli venisse ricordato il dramma di suo fratello, i problemi della sorella e il fatto che fosse rimasto orfano molto giovane, si capiva che gli apriva la ferita che aveva nel cuore". "Dal Paradiso - l'invito che don Luiselli ha rivolto a Morosini - fai in modo che tanti giovani guardino a te come un modello, perche' la gioia si possiede dentro, non si puo' dare se non la si ha e tu, nonostante le tante prove, avevi la gioia dentro e l'hai saputa comunicare agli altri". Poi don Luiselli ha ringraziato "le tifoserie si sono comportate in maniera stupenda e questo vuol dire che la pasta dei nostri giovani e' sana, dico a loro di portare Piermario come modello di riferimento". "Moro" ha perso la vita sabato scorso durante la partita Pescara-Livorno, accasciandosi improvvisamente a terra quando erano trascorsi 30 minuti dall'inizio del primo tempo.
Redazione Independent