“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Montesilvano dichiara guerra alla Nuova Pescara
Tutti i consiglieri di maggioranza hanno sottoscritto una lettera per chiedere un nuovo referendum consultivo. Ma c’è chi protesta: “Rispettare la democrazia”
Come riporta il quotidiano online IlMontesilvano.it dalla terza città d’Abruzzo per popolazione e partita la ca,pagina per abbattere il progetto Nuova Pescara.
“Contrariamente a quanto affermato dai sostenitori della Nuova Pescara, seppur vero che in minima parte si dichiarano favorevoli al processo di fusione arrivato con il referendum del 2014, oggi i nostri concittadini manifestano quotidianamente forte preoccupazione e una marcata contrarietà al processo. Lo stesso, allla luce mutate condizioni sociali e della centralità acquisita nel corso degli ultimi anni, rischierebbe di pregiudicare la qualità della vita, l’adeguata erogazione dei servizi e provocare, quindi, provocare una marginalizzzione sociale e territoriale della città di montesilvano. A tal proposito, i sottoscritti firmatari, seppur convinti sostenitori della sinergia territoriale che, anzi, andrebbe anche allargata ad altre realtà liminitrofe anche su esplicita richiesta di tanti cittadini, saranno promotori, a stretto giro, di una nuova consultazione popolare”. Questa la lettera a firma della maggioranza di centrodestra e sottoscritta da tutti i consiglieri comunali di Montesilvano che sostengono la Giunta De Martinis.
Va ricordato, ad onor del vero, che il progetto di fusione con le città di Pescara e Spoltore prevede ora, come conseguenza di negoziazioni tra le parti, anche la nascita di quattro municipi (due pescaresi, uno spoltorese, uno montesilvanese) ed un unico consiglio comunale per amministrare il nuovo soggetto amministrativo. In pratica, anziché procedere con lo snellimento della burocrazia c’è stata la moltiplicazione delle poltrone che è anche uno dei principali moltivi per il quale i cittadini votarono “Sì” al referendum consultivo indetto nel 2024.
A questo punto la domanda nasce spontanea: chi ha ragione? Chi sostiene che bisogna rispettare la volontà popolare oppure chi vuole tornare alle urne nella speranza di ottenere il risultato che desidera?