“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Meno quattro al voto “pescarese”. Cinque anni fa vinse Masci al primo turno
Si appresta a concludersi una ‘stanca’ campagna elettorale con quattro candidati a contendersi le preferenze dei cittadini
Mancano quattro giorni al voto “pescarese” per eleggere l’ultimo sindaco della ‘vecchia’ Pescara prima della fusione con Spoltore e Montesilvano. Giovedì sera, a mezzanotte, si concluderà questa ‘stanca’ campagna elettorale guidata dai quattro aspiranti alla carica di primo cittadino del Capoluogo Adriatico. I loro nomi li conosciamo tutti: Carlo Masci per il centrodestra, Carlo Costantini per il centrosinistra, Domenico Pettinari alla guida di due liste civiche e Gianluca Fusilli per Stati Uniti d’Europa. Cinque anni fa, nel 2019, non ci fu bisogno del secondo turno di ballottaggio. L’avvocato 65enne Masci vinse con 32.766 preferenze, pari al 51,33 dei consensi mentre il Pd, con Marinella Sclocco candidato sindaco, si fermò al 22,87%, il M5s al 12,94%; Costantini, che in quella tornata si presentò autonomamente con un progetto civico, ottenne il 6,35% delle preferenze.
Naturalmente la situazione odierna e lo scenario politico attuale è completamente diverso, benché i protagonisti siano più o meno sempre gli stessi. Se Masci non dovesse vincere al primo turno allora entrerebbero in gioco le dinamiche delle alleanze - e questo al netto delle dichiarazioni preelettorali - che potrebbero portare anche a sviluppi sorprendenti: come, ad esempio, in occasione delle recenti elezioni regionali nelle quali il centrosinistra pescarese ottenne il 52,29% dei consensi, mentre il centrodestra si fermó al 47,71%.