Mazzette nel "cantiere più grande d'Europa", dieci arresti a in quattro regioni

ANCORA MAZZETTE NEL "CANTIERE PIU' GRANDE D'EUROPA". Una nuova inchiesta giudiziaria che scuote la ricostruzione dell’Aquila a oltre otto anni dal tragico sisma coinvolge funzionari pubblici, professionisti e imprenditori. Dalle prime ore della mattinata è in corso una vasta operazione del Comando provinciale dei Carabinieri nell'ambito di un'inchiesta della Procura della repubblica dell'Aquila su presunte mazzette in una serie di appalti pubblici nella ricostruzione dell'Aquila, a oltre otto anni dal terremoto. Sono state eseguite dieci ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e sono stati notificati cinque provvedimenti di applicazione del divieto temporaneo di esercitare l'attività professionale. Perquisizioni e sequestri sono in corso nei territori di L'Aquila, Teramo, Pesaro Urbino, Bari e Benevento.

Tra i reati contestati ai 35 indagati, tra cui 10 persone poste ai domiciliari e l5 interdizioni dall’esercizio dell’attività professionale disseminati in Abruzzo, Campania, Marche e Puglia, ci sono i seguenti reati: la corruzione, l'abuso d'ufficio e la turbativa d'asta.

L'indagine è coordinata dal Procuratore Capo Michele Renzo e condotta dal Pm Antonietta Picardi della Procura della Repubblica di L’Aquila. Secondo quanto si è appreso, le indagini dei Carabinieri dell’Aquila, sarebbero scattate da spunti investigativi emersi da un’altra inchiesta, nulla trapela al momento sui nomi delle persone coinvolte, si sa solo che tra queste ci sarebbero l’imprenditore Berardino Di Vincenzo ed il figlio, già coinvolti in un’altra indagine.

Ad inchiodare gli indagati sono intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che video e foto che dimostrerebbero le dazioni per vincere gli appalti. 

Redazione Independent