“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Maxim, il giorno del dolore più grande
Si sono tenuti ieri i funerali del piccolo ucciso dal padre adottivo. Piange il parroco, che lo aveva battezzato: "Scelte inconsulte per paura"
FUNERALI AL SACRO CUORE. "Chi conosce veramente l'uomo? Chi si conosce? Ognuno è nella paura di essere in contatto con gli altri che a loro volta hanno paura e nella paura si fanno scelte inconsulte". Parole accompagnate dalle lacrime quelle del Parroco del Sacro Cuore di Gesù di Pescara, Giovanni Masciulli, ieri pomeriggio durante il rito funebre per Maxim Maravalle, 5 anni, soffocato dal padre, Massimo, la notte tra giovedì e venerdì scorsi. Prima c'era stata la benedizione della piccola bara bianca, ricoperta di ortensie ed orchidee, sul sagrato della Chiesa.
UNA PREGHIERA PER MAXIM. "Maxim è venuto da lontano per amore di Dio e di due genitori adottivi - è stato un altro passo dell'omelia - Dio lo ha pensato e amato e ora l'ha voluto, per vie tragiche, per sé: angelo biondo tra gli angeli. I disegni di Dio sono profondi. Preghiamo per Maxim. Una preghiera anche per questo papà e la mamma e tutte le persone che lo hanno amato e lo amano ancora, compreso il sottoscritto" "Qui Maxim è stato da me battezzato, qui veniva a messa la Domenica, qui correva quando gli altri ricevevano la comunione: qui gli vogliamo fare un regalo, una santa comunione in suffragio" ha detto ancora il parroco. Maxim era stato adottato dai coniugi Maravalle nel 2012.
STAMANE L'INTERROGATORIO. È durato circa 45 minuti, questa mattina, l'interrogatorio di Massimo Maravalle. Il gip Gianluca Sarandrea ha convalidato l'arresto dell'uomo. Il perito informatico è difeso dall'avvocato Alfredo Forcillo, che ha richiesto un incidente probatorio per accertare se al momento del fatto Maravalle fosse in grado di intendere e volere. "Il mio assistito - spiega Forcillo - ha confermato quello che si sapeva già e ha di nuovo confessato di aver ucciso lui il figlio forse per un delirio riconducibile alla sua malattia che era ben controllata fino a quando ha preso i farmaci; medicinali che poi ha smesso di prendere autonomamente e senza dire niente a nessuno perché questi farmaci lo indebolivano e lo facevano star male e, una volta che ha smesso di prenderli, non ha saputo gestire più evidentemente questi pensieri deliranti che gli facevano ritenere che ci fossero complotti che potevano provocare al figlio torture e cose di questo genere". Il gip ha fissato al prossimo 24 luglio il conferimento dell'incarico per l'incidente probatorio.
Redazione Pescara