“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Mascia, difendi la nostra città!
Perchè il sindaco di Pescara non pensa a diffidare l'avvocato romano dalle accuse di razzismo?
MASCIA DIFENDICI DA TAORMINA. La Città di Pescara non sta vivendo certamente un bel periodo come del resto anche il Paese. Giovani senza lavoro, disoccupati, negozi che chiudono in corso V. Emanuele ma soprattutto, quello che spaventa, è un'impoverimento emotivo generale. Ci sono poveri ovunque, in quasi tutti gli angoli del centro citttadino si vedono giovani e vecchi, uomini e donne, che sempre più spesso chiedono elemosina ai passanti magari in cassaintegrazione. La mensa della Caritas nella zona del Porto fa fatica ad ospitare la fila affamanta dei senzatetto e non solo. Ci sono famiglie che non pur vivendo in mezzo alla strada non arrivano e fine mese. Insomma, è dura per tutti, su questo siamo d'accordo. Ma passare anche per intolleranti e razzisti questo non ci piace. Come si permette un famoso avvocato come Carlo Taormina, benchè coinvolto in un processo molto emotivo come l'omicidio del povero Domenico Rigante, esprimere giudizi così netti sulla Città che diede i natali ad Ennio Flaiano e Gabriele D'Annunzio? Se fossi nel sindaco Luigi Albore Mascia, invece di prendermela con un'insegnate che aveva fatto cantare 'Bella Ciao' agli alunni della scuola "11 febbraio 1944", avrei già preso carta e penna ed avrei scritto al legale del presunto assassino affinchè chieda scusa per le sue affermazioni sulla popolazione pescarese che non è affatto razzista. Poveri sì, ma razzisti mai. O no?
Il subdirettore