“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Mascia: «Centrosinistra lavora per commissariamento lungo un anno»
Veleni del sindaco di Pescara sugli organizzatori del tentato golpe fallito. Ma la maggioranza non esiste più
MASCIA ATTACCA IL CENTROSINISTRA MA LA MAGGIORANZA NON ESISTE PIU. “Pescara merita senza dubbio qualcosa di meglio di un centro-sinistra che, dopo aver remato contro la città per cinque anni, sta ora lavorando da un mese sperando di rosicare in qualche angolo della coalizione di maggioranza per raggranellare quelle 21 firme utili per la sfiducia al nostro governo, condannando la città di Pescara a un commissariamento lungo un anno. Una vergogna per quei poveri cittadini che hanno votato quel centro-sinistra, cittadini ai quali da cinque anni raccontano menzogne su una coalizione di governo che ha lavorato senza sosta, ormai terrorizzati dal nostro operato, dai risultati che continueremo a raggiungere sino all’ultimo giorno e che rappresenteranno il nostro biglietto da visita alla città. E non meritano neanche un pensiero quei consiglieri-traditori, che solo oggi, dopo cinque anni, si accorgono di non condividere la linea di una maggioranza con la quale hanno abbondantemente governato, senza disdegnare anche ruoli di rilievo. Quei consiglieri dovrebbero sapere che la città non dimentica e ricorderà, uno a uno, i nomi di quei consiglieri che hanno tradito”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia commentando la giornata odierna.
“Stamane – ha detto il sindaco Albore Mascia – ho saputo che era ripartita la macchina della sfiducia nei confronti della mia maggioranza di governo, con la raccolta delle 21 firme necessarie per determinare l’interruzione anticipata dell’amministrazione e del governo della città. Ovviamente uno sfregio non a una coalizione di governo, ma alla città, che si vedrebbe condannata a un lungo commissariamento, come detta la legge 182 del 7 giugno 1991. E ovviamente per tutta la giornata ho seguito il valzer delle firme, tra consiglieri che, in preda ai tormenti della coscienza e delle poltrone, uscivano ed entravano, come raccontano i testimoni, dall’ufficio del notaio chiamato a ratificare quella sfiducia, e tra consiglieri che, orgogliosi, pubblicavano sui social network le proprie facce sorridenti mentre firmavano, forse convinti che la politica sia un grande show, uno spettacolo in cui a fronte di 5 secondi di celebrità si è pronti a sacrificare anche il destino di una città. Consiglieri che, probabilmente seguendo la regia di un unico sceneggiatore esterno, che da mesi ha scritto il copione sperando di trovare attori capaci di recitare la propria parte, ovviamente si sono ben guardati da lasciare la poltrona per cinque anni, beneficiando anche di incarichi e presidenze di prestigio, per poi accorgersi di non condividere la linea della maggioranza di Governo a sole tre settimane dalla fine della consiliatura. Eppure, nonostante quella regia, nonostante il ciak sia scattato puntuale nel pomeriggio, sperando di riuscire a scimmiottare quanto accaduto a Montesilvano, nonostante la lunga preparazione, le telefonate convulse per convincere i più reticenti, alla fine le 21 firme contestuali non sono arrivate, rimediando anche l’ennesima bella figura. E quei consiglieri sarebbero quelli che vogliono assumere la guida della città, quelli che ambiscono a imporre i propri programmi a un territorio che da cinque anni è tornato a respirare e a guardare con fiducia al futuro. Pescara merita di meglio, merita persone preparate, trasparenti, capaci di fare politica senza trame carbonare, ma alla luce del sole, merita persone non manovrabili da un regista occulto. Pescara merita amministratori che, come ha fatto il centro-destra per cinque anni, rivestono tale ruolo nell’esclusivo interesse del territorio, e che prima di lanciarsi in una fallimentare raccolta di firme, almeno sanno contarsi”.
Redazione Independent