“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Marsilio (Piazza Salotto): “Sono abruzzese da 7 generazioni”
Ieri la chiusura della campagna elettorale del centrodestra coi “big” del Governo Meloni sul palco con la Premier
Ormai pure le pietre sanno che domenica prossima si vota in Abruzzo per decidere se a governare la nostra Regione sarà Marco Marsilio, il Presidente regionale ricandidato dal centro destra o Luciano D’Amico il candidato sostenuto da una larga coalizione con Partito Democratico Movimento 5 Stelle, Azione, Sinistra italiana, Verdi e +Europa e Italia Viva (praticamente un governissimo). E se anche Marsilio dice di non temere “l’effetto Sardegna ”perché “L'unica donna sarda che temo è mia moglie” e non Alessandra Todde, la neo Presidente della Sardegna, a sostenere la sua candidatura sono dovuti precipitarsi a Pescara tutti i leader della destra a partire dalla premier Giorgia Meloni amica di Marsilio da lunga data. Hanno sfilato sul palco anche Gianfranco Rotondi, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi, Antonio Tajani, Matteo Salvini. E visto che la kermesse si teneva nel cuore della città dannunziana a Piazza Salotto, non poteva mancare il Sindaco di Pescara Carlo Masci che ha colto al volo l’occasione per magnificare le strabilianti opere che la sua Amministrazione intende realizzare se sarà rieletto Sindaco quando il Consiglio comunale di Pescara sarà rinnovato l’8 ed il 9 giugno in concomitanza con il voto europeo. Anche Salvini ha voluto dire la sua a supporto dell’alleato di Governo indicando anche l’imminente sfida europea per combattere i poteri forti che “vogliono farci mangiare la farina di grilli” e persino gli “arrosticini finti”. E così quando è stato il turno di Marsilio di salire sul palco, accusato dai perfidi detrattori di sinistra di essere stato catapultato da Roma dove vive in Abruzzo, il nostro Governatore ha dovuto sbugiardarli svelando di essere “abruzzese da sette generazioni” lamentandosi del fatto che i suoi familiari “in questi giorni vengono infangati da certi quotidiani e da certi soggetti”. E con accorate parole, venate di tristezza per le ingiuste accuse “ma lasciamo perdere non meritano troppa attenzione”, ha concluso la narrazione del probabilmente innecessaria delle vicende della sua famiglia. Ora la parola passa agli elettori abruzzesi, e chissà come si comporteranno i molti troppi indecisi.