“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Marina Febo sta male, ma nessuno mostra la giusta delicatezza
Gli sciacalli dell'informazione sono sempre in agguato, pronti a barattare il dolore di una persona con una notizia da prima pagina. Ma noi non ci stiamo
UN MINIMO DI TATTO. Ci siamo presi qualche giorno per riflettere prima di esprimerci in merito, perchè la questione non è semplice ed è assolutamente personalissima. Ma vogliamo comunque dire la nostra sulla notizia della malattia di Marina Febo, che lei stessa ha rivelato a Spoltore (e non solo) su Facebook, poi spiattellata da altri giornali con una violenza feroce e senza dimostrare l'empatia che una situazione così delicata meriterebbe. Insomma, dai, diciamocelo chiaramente: ci sarebbe voluto un minimo di tatto.
MARINA HA FATTO BENE, MA GLI ALTRI? Naturalmente Marina ha fatto ciò che si sentiva di fare, probabilmente per mettere a tacere il "chiacchiericcio" del paesello o per trovare conforto nella verità e - perchè no? - anche la forza di combattere quel male che, crudelmente e vigliaccamente, ha colpito una giovane donna. Tuttavia l'informazione ha il dovere di trattare determinati argomenti con la giusta delicatezza. Lo imporrebbe la deontologia e, più in generale, il buon senso. Purtroppo (anche) stavolta non è andata così, come già successo in altre situazioni che, lo ricorderete, hanno coinvolto persino alcuni nostri colleghi giornalisti, passati improvvisamente da una sponda all'altra della cronaca nera (cioè da spettatori a protagonisti). Dunque, ci limitamo a dire questo: massimo rispetto per la decisione di Marina Febo ma noi, se fossimo stati al posto de Il Centro, non l'avremmo mai pubblicata barattando il dolore con la notizia.
Nicola Chiavetta