“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Manita del Rimini al Pescara
Ore contate per mister Bucaro: dimissioni o esonero?
Bei tempi quando il Pescara subiva al massimo quattro gol a partita! Oggi, infatti, gli schiaffi sono stati cinque e fanno più male del solito visto che provengono da quel Rimini in difficoltà tanto da perdere le ultime quattro gare giocate. Profondo rosso per i biancazzurri che, a questo punto, aspettano solo l'esonero di mister Bucaro, davvero deludente da quando Zeman gli ha lasciato il 100% della panchina: unica soluzione possibile per rimettere in piedi un campionato nel quale l'obiettivo diventa almeno quello di riuscire a centrare i playoff, oggi neanche così sicuri. In campo l'ennesima squadra diversa dalle precedenti, ulteriormente peggiorata dal modulo 3-4-2-1, un esperimento decisamente non riuscito per il tecnico che ci pare abbia messo il punto esclamativo sulla sua partenza. Alla fine del match i numeri del campionato del Pescara sono imbarazzanti: secondo miglior attacco, alle spalle del Cesena ammazzacampionato e seconda peggior difesa alle spalle della Recanatese con decisa accelerazione verso il triste primato. Che il Pescara fosse arrivato in Romagna con il piglio sbagliato si è capito sin dai primi minuti di gioco, quando, il Rimini riesce a passare il vantaggio sfruttando la solitudine di Del Carro nell'area biancazzurra. La difesa a tre non funziona neanche se composta da Pellacani, Brosco e Di Pasquale, sulla carta i più esperti della formazione abruzzese: giocatore avversario dimenticato in area per la solita disattenzione e vantaggio biancorosso impossibile da evitare. Passano una decina di minuti e la squadra di casa sfrutta al meglio un rigore causato da un fallo di mano di Di Pasquale in area: Morra dal dischetto non sbaglia e al 19’ siamo già 2-0 per i biancorossi. L'illusione biancazzurra arriva al 28’, quando Milani crossa in area riminese un pallone che viene intercettato da Tofanari con una mano: inevitabile il penalty, poi segnato da Merola alla 14esima marcatura in campionato. Il brevilineo attaccante del Pescara ‘rischia’ di pareggiare i conti in diagonale, sfiorando il palo, e dalla distanza, costringendo il portiere Colombi alla deviazione in corner. Si va all'intervallo sotto 2-1, ma vivi. La morte arriva solo nella ripresa quando Bucaro inizia a stravolgere nuovamente la squadra con una serie di cambi e le coltellate al cuore dei 205 biancazzurri in trasferta riprendono appena dopo 3 minuti della ripresa: Lamesta supera Plizzari e deposita in rete il pallone del 3-1. Ormai è una mattanza: al 74’ Morra fa doppietta in diagonale raggiungendo gli ormai classici quattro gol subiti dal Pescara. Ma ai biancazzurri stasera non può bastare e fanno gioire anche il neoentrato Ubaldi che porta a cinque i gol del Rimini, aprendo la ‘manita’ e chiudendo la partita. Nervi tesi a fine gara quando mister Bucaro non parla in conferenza stampa, chiaro segnale della possibilità che lui stesso possa dimettersi nelle prossime ore. Se non dovessero arrivare i suoi saluti, pare certo l'esonero da parte della società biancazzurra per dare uno scossone al finale di campionato, durante il quale ci si gioca il tutto per tutto nei playoff, sempre che si raggiunga il diritto di partecipazione. Parla il capitano Brosco al termine, dicendo parole fondamentali: “Alla prima difficoltà ci sciogliamo a livello mentale. Pescara non merita tutto ciò. Ci vergognamo tutti”. La caduta libera dei biancazzurri, oggi mette a rischio addirittura l'obiettivo minimo stagionale, soprattutto in vista del prossimo match da giocare contro il Pordenone, diretta concorrente per conquistare un posto per gli spareggi. Con un gioco di parole potremmo dire che, per conquistare la griglia, è necessario togliere il tecnico dalla graticola perché ormai è ben cotto.