“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Mafiosi, non siete stati CAPACI di ucciderne il ricordo!
L'artista montesilvanese Pep Marchegiani celebra il martirio del grande magistrato Giovanni Falcone, ucciso il 23 maggio 1992 da Totò Riina
PEP MARCHEGIANI NEL VENTENNALE DEL'ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI CAPACI. La sensibilità di Pep Marchgiani è straordinaria. Mai, e dico mai, l'artista montesilvanese si dimentica con la propria creatività di amplificare un fatto storico, di costume, religioso o politico del nostro paese.
Come nel caso dell'anniversario della strage di Capaci, del 23 maggio 1992, quando l'amatissimo magistrato antimafia Giovanni Falcone venne fatto saltare in aria sull'autostrada Palermo-Catania con 400 chili di tritolo da un commando mandato da Toto Riina.
Falcone morì con la moglie e due uomini della scorta che gli aveva affidato lo Stato. Lo stesso che oggi è imputato nella trattativa Stato-Mafia di cui non solo è certa l'esistenza ma è addirittura verosimile che sia ancora in corso, come rivelato da alcuni pentiti di mafia.
Noi di Abruzzo Independent vogliamo ricordarlo con le parole dell'altro gigante, Paolo Borsellino, ucciso praticamente allo stesso modo dalle stesse persone e per gli stessi motivi. 《Giovanni, ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte: "Ci sono tante teste di minchia: teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello... quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero... ma oggi signori e signore davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c'è il più testa di minchia di tutti... Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge"》.
Redazione Independent