“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ma (il) Maria Caniglia deve vivere
A Sulmona due pesi e due misure: tutti mobilitati per salvare il noto concorso di canto lirico, mentre il Premio di arte contemporanea è in difficoltà
SALVATE (SOLTANTO) MARIA CANIGLIA. Prima le lacrime di disperazione. Poi il soccorso degli imprenditori. Sulmona improvvisamente si è scoperta melomane. Tutti uniti per salvare il concorso di canto lirico intitolato a Maria Caniglia. Nei giorni corsi l’organizzazione, ovvero l’associazione omonima presieduta da Vittorio Masci e il direttore artistico Gaetano Di Bacco, ha annunciato lo stop della manifestazione per carenza di fondi. In sintesi, attualmente la manifestazione avrebbe in cassa solo 15mila euro, di cui 5mila elargiti dal Comune di Sulmona e 10mila euro donati dalla Cassa di risparmio e dalla Camera del Commercio di L’Aquila. Mica spicci. Eppure all’organizzazione servono ben 60mila euro, altrimenti la 32esima edizione non si farà. Sotto accusa la Regione Abruzzo, che non dà segni di vita sul fronte contributi, ma anche banche, privati etc.
MASCI E DI BACCO. “Ci auguriamo possa essere solo uno stop momentaneo e di ripartire a dicembre”, hanno detto Masci e Di Bacco. “Il nostro appello va alla Regione e agli istituti di credito affinché la manifestazione possa svolgersi nel pieno della sua bellezza, giunta alla sua 32 edizione e divenuta un vanto cittadino". Secondo l’associazione dedicata alla cantante partenopea “Maria Caniglia” (ma i cui genitori erano di Rivisondoli), “ci sono manifestazioni forse più commerciali apparentemente e che vanno avanti ma ricordiamo che anche il premio Maria Caniglia fa arrivare in città un centinaio di artisti, una giuria e direttori che pernottano in città, un’ottima boccata d'ossigeno per il commercio cittadino”.
TUTTI IN SUO SOCCORSO. Il rischio di scomparsa ha avuto qualche esito positivo. Prima è intervenuta la Fondazione Carispaq, che per voce del vicepresidente Domenico Taglieri ha annunciato un nuovo contributo. Poi in soccorso del Premio sono intervenuti il Gruppo PingueConad, gli imprenditori della Valle Peligna e l’Associazione Fabbricacultura, quest’ultima presieduta da Anna Berghella, per la cronaca moglie del presidente del Caniglia, Vittorio Masci, i quali hanno messo a disposizione altri 15mila euro, che sommati a quelli già in cassa fanno 30mila euro. Cifre da far resuscitare perfino Rossini e Mascagni.
“La nostra intenzione, insieme ad altri imprenditori della Conca Peligna e all’associazione Fabbricacultura, è quella di dare forza e infondere coraggio agli organizzatori dell’importante Premio, fiore all’occhiello del territorio e della regione - ha detto l’imprenditore Fabio Spinosa Pingue - Il Premio Caniglia fa parte di quelle manifestazioni di alto livello e di spessore culturale, che, nello stesso tempo, portano benefici economici rilevanti per la città e il suo comprensorio, grazie al cospicuo numero di partecipanti che per oltre una settimana vive il territorio. Sono convinto che non mancherà anche la generosità di altri illuminati imprenditori”.
MA PER IL PREMIO SULMONA NON CI SONO SOLDI. Non si riesce a capire, però, perché tutta questa mobilitazione per il Caniglia non si sia verificata per altre manifestazioni, come ad esempio il Premio Sulmona di arte contemporanea. Qualche settimana fa il direttore artistico Gaetano Pallozzi aveva lamentato, come ormai fa da cinque anni a questa parte, la carenza di fondi, eppure a 90 anni di età, per non veder morire il Premio, si è dovuto adattare alla situazione fino al punto da richiedere una piccola quota agli artisti partecipanti per stampare il catalogo. E in termini di cifre il Premio Sulmona smuove lo stesso numero di persone del Caniglia, visto che gli oltre 120 artisti in gara una capatina a Sulmona ce la fanno sia in occasione dell’inaugurazione che della finale. Ma evidentemente agli imprenditori locali piace più la musica lirica che l’arte contemporanea.
Marco Sette