“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Luciano D. querela tutti per finanziare un nuovo Toyo Ito
Il governatore d'Abruzzo l'aveva annunciato nell'ultimo consiglio regionale 2014 che avrebbe agito contro chiunque avesse leso e messo in dubbio la sua onestà
LUCIANO D. QUERELA TUTTI PER FINANZIARE UN NUOVO TOYO ITO. "Sto approntando un piano di opere pubbliche da realizzare con i proventi delle cause per diffamazione". Con questo post su facebook Luciano D'Alfonso, governatore d'Abruzzo eletto da 11 mesi meno due giorni e da noi di Abruzzo Independent soprannominato "Faraone" (se ci avessero dato un centesimo tutti quelli che l'hanno usato, non solo tra i giornalisti, saremmo oggi ricchi) annuncia ed apre una nuova pagina del già complicato rapporto tra stampa, cittadino abruzzese e potere politico.
La novità, che poi nemmeno lo è, stavolta è rappresentata dalla presenza dei nuovi media, in specie i social network, nei quali spesso vengono espresse frasi o opinioni che finiscono sotto l'occhio vigile delle spie del web, dei vari uffici stampa o del potente di turno. Gli ultimi casi di querele collettive hanno riguardato la famiglia pescarese dei Teodoro, per le frasi ingiuriose rivolte al baby-assessore alle Politiche Sociali Veronica, ed al candidato sindaco-avvocato teatino Umberto Di Primio che aveva sporto una maxi querela contro 43 utenti facebook
In effetti D'Alfonso aveva anche annunciato questa stop al buonismo nei confronti dei contestatori più duri durante l'ultimo consiglio regionale del 2014, quello sull'approvazione del Bilancio della Regione Abruzzo, e nel quale anche il subdirettore di Abruzzo Independent Marco Manzo è stato tirato in ballo. D'Alfonso vuole ricucire la ferita rappresentata dalla satua di Toyo Ito, quella costata oltre un milione di euro e frantumata pochi mesi dopo l'inaugurazione in Piazza Salotto a Pescara.
Fino ad oggi il Governatoreè riuscito a scucire già un bel gruzzoletto: dal quotidiano di Maurizio Belpietro ne ha avuti circa 100mila euro, mentre ne ha chiesti circa 150 a quello oggi diretto da Marco Travaglio. L'avvocato Carla Tiboni, fiduciaria di D'Alfonso, procederà ancora contro tre utenti facebook chiedendo loro un ristoro di 70mila euro. Nel mirino della diffamazione anche il grillino consigliere regionale Domenico Pettinari, che l'aveva tirato in ballo per la vicenda dell'immobile di via Rigopiano acquistato dalla Asl-Pescara, ne chiederà 200 mila.
Insomma, siamo dinanzi a un pozzo senza fondo che può rivelare una forma di repressione della costestazione che detta in altri termini si chiama censura. Chiaro è che non si deve mai offendere o usare terminologia non appropriata, ovviamente mai ingiuriosa. Però, se queste sono le cifre che circolano, se la sensibilità di chi si sente offeso finisce sempre in tribunale, è evidente che ci sarà un aggravio dell'autocensura, fenomeno preoccupantissimo come denunciato da Reporter Sens Frontieres e dalla giornalista Milena Gabanelli, anche sui social e non solo più nei giornali abruzzesi.
Redazione Independent