“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Lo stupro della stuprata
Il ribaltamento di una sentenza scritta al compimento del misfatto. Il caso di Firenze analizzato dal nostro Alfredo Vernacotola
LA FATALE ROULETTE DELLA GIUSTIZIA. Quanto deciso dal Tribunale di Firenze in merito ad una sentenza d'appello che vedeva protagonisti un gruppo di ragazzi colpevoli di aver stuprato una ragazza sa di grottesco.
Il ribaltamento di una sentenza già pone dei dubbi quando avviene per sviste di una delle due parti contraenti; lo è ancor di più quando a elicitare tale ribaltamento sono i magistrati stessi, capaci di trovare delle attenuanti tali da render il colpevole innocente e la vittima, carnefice d'ella stessa.
Volendo tentare un'analisi che faccia riferimento alla Storia e ai vari miti sugli stupri di gruppo si impiegherebbe molto tempo: semplicemente si può dire che in ogni situazione in cui vi sono stati vinti e dei vincitori, come premio si è avuta l'ordalia dei barbari che hanno preso come feticcio della scorribanda le donne stesse (si pensi all'invasione di Berlino da parte dei russi). È accaduto nelle gesta degli dei; nei popoli antichi lo stupro veniva ritenuto sacro; nella nostra epoca, invece, lo stupro si connota come atto vile portato contro una figura – quella della donna – che merita rispetto ogni giorno, e non soltanto nelle giornate delle feste comandate, come già ho avuto modo di scrivere altrove, donandole fiori e piante dopo mille sosprusi avuti tra le mura “domestiche”. La donna è principio formante e deformante il creato, è generatività e conseguentemente il movente attraverso cui si arriva alla formazione di nuovi individui che nascono soltanto grazie al dono che per nove mesi la donna accompagna dentro di lei, rischiando a sua volta la vita. Quanto si sta scrivendo non vuol essere un inno alla lode della donna, bensì porre in evidenza come il ruolo demandato alla donna – che è madre, amica e amante – è delicato e movente intorno ad equilibri molto labili.
Tornando a quanto accaduto a Firenze circa 6 anni fa (molto breve il periodo che bisogna attendere con l'iter processuale penale in Italia, mentre in Inghilterra in solo sei mesi si istruisce un processo per omicidio e si arriva anche alla condanna, fatto usuale laddove v'è la modulazione dei tempi giuti) a mio avviso è il palesamento di come si è sentenziato intorno ad un comportamento della vittima piuttosto che su di un'azione delittuosa del branco. D'accordo sul fatto che la storia personale potrebbe essere causa di valutazioni errate. Non può esservi accordo da parte della vittima a giochi erotici delittuosi soltanto perché si è fatto parte di film squatter con scene di sesso o perché ci si mostra senza temere nulla e ci si lascia andare al divertimento, lasciandosi andare a tal punto da non controllarsi e controllare l'Altro da sé.
A Firenze è stato preso in considerazione proprio un comportamento avulso dal manifestato atto delittuoso: si è detto che la ragazza era ubriaca e che lei stessa avesse iniziato a flirtare con i cinque – sei ragazzi. Il fatto che a turno lei abbia accettato il gioco erotico non comporta un allontanamento dei supposti bravi ragazzi dall'accusa infamante. Ma si è sicuri che lei abbia accettato attivamente e non sia stata passiva al punto di subire e rimanerne schiacciata? Dando per buona una valutazione, si deve dar per plausibile anche l'altra.
La vita che la donna svolgeva e svolge oggi, non può comportare il ridimensionamento della pena fino all'assoluzione. Eppure in Italia accade ciò; quanto è importante il ruolo degli avvocati in questo Risiko tra parti in causa all'atto delle ipotesi investigative?
Ogni imposizione risente di una volontà decostruente svolgente il ruolo dell'imbarbarimento della morale, dell'etica e quindi dei principi giuridici ad essi sottesi. È altresì evidente che il bravo avvocato è colui che riesce a far assolvere il colpevole: è pur sempre un' arte oratoria e dialettica quella dei dottori della legge.
Perché assolvere un branco di iene (non me ne voglia l'animale) reo di essersi divertito sulle spalle di una donna che si è vista costretta ad abbandonare il nostro paese? Perché è importante avere una squadra di avvocati che sa fare il proprio lavoro e riesce a ribaltare ciò che non potrebbe esserlo.
Il limite della magistratura – a mio avviso – sta nel suo essere -alle volte – pressapochista o tanto contraddittoria da non riconoscersi da sola. Non è un attacco ai magistrati: sono parole in libertà, unite a smarrimento dinanzi ad una sentenza inaudita.
Oggi si dibatte di uno stupro non punito, ieri di un omicidio stradale impunito perchè seppur catturato il pirata, ancora la magistratura troverà il modo di dar lui pochi giorni di custodia.
Cosa sta accadendo in Italia? Sta accadendo una progressiva e costante perdita di valori che condurrà ad una confusione ulteriore, che si riverbera non soltanto sulle istituzioni ma anche nei cittadini che non hanno idea di cosa può essere ritenuto “delitto” e ciò che è lecito.
L'italietta sta diventando terra di conquista di poteri diversi da quelli che hanno permesso che divenisse una delle prime 8 potenze industriali e politiche. Il prestigio può si tornare, a patto che vi siano le intenzioni per facilitare un processo di civilizzazione tra gli strati meno abbienti e meno formati della popolazione. Altrimenti sarà tutto come se fossimo in quartieri di megalopoli ove esiste una legge diversa da quella statale.
La donna va rispettata, amata e protetta non sfregiata con l'acido o uccisa, stuprata ….
la donna è vita.
Alfredo Vernacotola