“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Litoranea Postilli-Riccio: costo 7 milioni
Il WWF contesta il sindaco D'Ottavio: «Con la costruzione della litoranea è stata avviata la “francavillizzazione” di Ortona»
ORTONA. VELENI SULLA STRATA POSTILLI-RICCIO. Non tutti hanno salutato con entusiasmo la parziale inaugurazione della strada litoranea Postilli-Riccio avvenuta nei giorni scorsi da parte dell’Amministrazione comunale ortonese. Diverse critiche si sono levate in questi anni contro questa strada che inizialmente doveva nascere come accesso pedonale alla spiaggia e che poi si è trasformata invece in una vera e propria autostrada in uno dei pochi tratti di costa abruzzese ancora integra da costruzioni e manufatti edilizi. Una strada che ha visto espropri a quattro soldi, un ricorso al TAR, diverse manifestazioni e conferenze con relazioni di professori universitari che ne denunciavano le enormi criticità e lo sperpero di danaro pubblico. Una strada che sarà in balia di mareggiate, salsedine e sabbia, essendo la stessa dentro l'espansione massima dell'onda in più punti, e che va in contro tendenza rispetto all’arretramento delle ferrovie nei tratti costieri, dato che, in piena era di cambiamenti climatici, l'ingressione marina diventerà uno dei problemi principali dei litorali.
IL WWF CONTESTA LE SPESE E PROGETTO. Fabrizia Arduini consigliere del WWF Abruzzo ricostruisce le assurde spese sostenute per la realizzazione della litoranea Postilli-Riccio: «finora sono stati spesi 6.227.711,41 di euro, ai quali vanno assommati 600.000 euro della determinazione del 21/01/2013 della Regione Abruzzo. Mancano ancora all'appello dei 6 milioni di euro del CIPE n.17/03 - Accordo di Programma Quadro per interventi nell'ambito della mobilità -, 400.000,00 euro, che saranno erogati al termine dell'opera, a collaudo effettuato. L'eccedenza ai 6 milioni, sarà a carico del Comune di Ortona come previsto dalla deliberazione di Giunta Comunale n. 132/05 che approva lo schema di convenzione tra Comune e Regione con il quale l’Amministrazione comunale si impegnava ad assicurare ogni eccedenza superiore ai 6 milioni di euro stanziati con fondi CIPE. al fine di realizzare l’opera qualora gli stessi non fossero stati sufficienti. Se non giungono altri imprevisti - aggiunge - il costo complessivo dell'opera è di 7.227.711,41 €. Quindi per questa strada, che è un raddoppio della SS16 di soli 1,3Km e non collega, come era progettata, contrada Postilli con Lido Riccio, la comunità ha esborsato 5.554 euro al metro. A questi si dovranno aggiungere i costi costanti per la manutenzione. Speriamo di non dover esborsare ulteriori soldi pubblici, per il prossimo futuro, per i costi di difesa di nuovi stabilimenti balneari fissi, come accade ogni anno per la località lido Riccio, e per le future urbanizzazioni che erano state previste dal PRG di Ortona, fortunatamente annullato dal TAR nei mesi scorsi». Sulla stella lunghezza d'onda Ines Palena Presidente dell’Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina. «Sono preoccupanti - spiega - le parole rilasciate agli organi di informazione dal Sindaco che ringrazia la passata amministrazione per un opera fuori dal tempo e priva di senso. Mentre la tendenza generale è quella di rinaturalizzare il paesaggio, ripristinando ecosistemi estinti e valorizzando quelli esistenti, anche per soddisfare la domanda sempre crescente di naturalità e salubrità da parte dei turisti, da noi si continua a celebrare asfalto e cemento nei pochi tratti di costa ancora integra».
APPELLO AL SINDACO ED AL PD DI ORTONA. L’Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina Onlus si rivolge al Sindaco e al PD di Ortona - specie quella compagine che all'epoca avversò l'opera e propose un’ alternativa meno distruttiva delle risorse naturali presenti - chiedendo loro di assumersi almeno l'impegno che in quell'area non verrà usato altro cemento per la costruzione di stabilimenti balneari fissi o opere urbanistiche di altra natura, ricordando che la “francavillizzazione” è un termine ormai tristemente noto da decenni come modello turistico fallimentare basato sull’antropizzazione selvaggia della costa.
Redazione Independent