“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Liste ‘deboli’ e candidati con 0 voti consegnano Pescara ai ‘Mascisti’
L’analisi del voto all’indomani delle amministrative pescaresi rivela alcuni dati inequivocabili rispetto alla campagna elettorale ed alla strategia di Carlo Costantini
L’analisi del voto sulle amministrative pescaresi rivela alcuni dati inequivocabili. Partendo dal vincitore, Carlo Masci e la coalizione di centrodestra, appare chiaro che la vittoria al primo turno per circa “mille voti” è dipesa da alcuni fattori risultati poi decisivi. Il primo è senza dubbio l’exploit di Forza Italia, come accaduto anche a Montesilvano, che ha ottenuto il 18% delle preferenze degli elettori votanti (il 61,68% degli aventi diritto ovvero 63.664 su una popolazione votante di 103.216). Il secondo fattore, invece, riguarda la presenza nelle liste civiche presentate a supporto di Carlo Costantini, candidato del centrosinistra, di candidati troppo ‘deboli’ da punto di vista elettorale, praticamente dei riempi liste che non hanno contribuito in alcun modo alla causa. Entrando nello specifico: parliamo di ben dieci aspiranti consiglieri di ‘Faremo Grande Pescara’ che non hanno preso neppure il loro voto. Ma non finisce qui. Anche nelle altre liste a supporto del cosiddetto “campo largo” si possono notare candidati a zero preferenze oppure che hanno ottenuto 1/2 o pochissimi voti. Anche i cosiddetti “big” presenti nelle liste ‘politiche’ a sostegno di Costantini hanno deluso, al netto di quanto avvenuto nel Partito Democratico che comunque ha affrontato le elezioni almeno dal punto di vista del consenso in modo assolutamente positivo e risultando il primo partito della città di Pescara in termini di consenso con il 18,43%. Discorso opposto dall’altra parte dove Fratelli d’Italia, seppur senza sfondare come si pensava, ha mantenuto performance elevate (18%) e persino la Lega in decadimento totale di Matteo Salvini qualcosa ha portato alla causa (6,60%). Ovviamente non si può evitare di sottolineare il maxi ‘flop’ del Movimento 5 Stelle orfano di Domenico Pettinari che non ha raggiunto nemmeno il 4% delle preferenze e che, in termini percentuali rispetto all’esito finale, ha avuto un peso letale. Merito, dunque, va a chi ha affrontato questa ‘noiosa’ campagna elettorale impegnandosi nella ricerca del consenso dei pescaresi e con l’obbiettivo di conquistare di nuovo, e per l’ultima volta, la prima città” d’Abruzzo per numero di abitanti dato che dal primo gennaio 2027 diventerà Nuova Pescara.