“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
LIBERTA' DI STAMPA. MALE L'ITALIA. Il comportamento che parte della stampa, radio e televisione hanno avuto nella vicenda della condanna dei componenti della Commissione Grandi Rischi conferma che l'Italia giustamente è stata collocata al 40 esimo, dopo il Cile e la Corea del Sud, nella classifica sulla libertà di stampa redatta da Reporter Sens Frontière.
IL MONDO SULLA GRANDI RISCHI. I mass media - tranne Daniela Senepa del Tg3 - si sono accodati alle lobby della comunità scientifica e al Ministro Clini che, come un sol uomo, si sono scagliati contro la sentenza del Tribunale dell'Aquila che ha condannato i componenti della Commissione Grandi Rischi a 6 anni di reclusione. Hanno sostenuto che la condanna sarebbe stata inflitta perché la Commissione non ha saputo prevedere il terremoto del 6 aprile del 2009. Il Ministro Clini addirittura avrebbe paragonato la sentenza del tribunale dell'Aquila a quella con cui l'Inquisizione condannò Galileo nel 1633. Ovviamentei il tribunale non poteva condannare la Commissione per non aver previsto il terremoto, altrimenti chi l'ha emessa sarebbe da internare visto che un terremoto allo stato attuale non si può prevedere. Infatti la condanna c'è stata perché la Commissione ha previsto che il terremoto non si sarebbe verificato, tranquillizzando gli aquilani. La sentenza ha detto l'esatto contrario di quanto affermato da gran parte della stampa. Ma c'è di più, dopo che Repubblica ha pubblicato il contenuto delle intercettazioni tra Bertolaso e il sismologo Prof. Boschi, stampa e mass media hanno evitato di rettificare le precedenti dichiarazioni trincerandosi spesso dietro il silenzio.
LA DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA. La libertà di stampa e la legge sulla diffamazione è in discussione al Senato. La politica, specialmente quella che fa capo al centrodestra, non si accontenta di avere messo sotto controllo televisione, radio e la maggior parte della stampa. La cosiddetta "legge bavaglio", se dovesse andare in porto anche con le recenti modifiche, metterebbe una pietra tombale sul giornalismo d'inchiesta. In tal caso l'Italia non occuperà più il 40esimo posto nella classifica dei paesi con libertà di stampa, ma scenderà ancora più giù collocandosi magari dalle parti del Senegal. D'altra parte da un paese, il nostro, che
ha permesso, grazie anche alla sinistra, che il Presidente del consiglio, oltre a controllare le reti pubbliche Tv, di essere contemporaneamente proprietario di Mediaset, e di parte della stampa cosa ci si può aspettare?
Clemente Manzo