“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Le elezioni provinciali di "secondo livello" sono una truffa?
Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e di Azione Civile chiedono il ritorno al suffragio universale come previsto dall'Art.1 della Costituzione
LE ELEZIONI PROVINCIALI DI SECONDO LIVELLO SONO UNA TRUFFA? Ieri in Provincia di Teramo si sono tenute le elezioni provinciali di "secondo livello". Alla chiusura del seggio elettorale avevano votato 506 amministratori comunali su una base elettorale di 574: cioè l'88,15%. Sulla questione sono intervenuti gli esponenti di Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e Azione Civile, insieme ai consiglieri comunali Paola Cardelli di Teramo e Ennio Chiavetta di Bellante, che, mentre erano in corso le operazioni di voto, hanno tenuto una conferenza stampa per specificare il punto di vista sulla Legge Del Rio (7 aprile 2014 n.56).
"POTERE AL POPOLO". "Una delle ulteriori conseguenze positive della vittoria del NO al referendum costituzionale del 4 dicembre - si legge nella nota - è il fatto che si è evidenziato il carattere iniquo e truffaldino della legge Del Rio (legge 7 aprile 2014 n. 56 ) di finta abolizione delle Province, ma in realtà di semplice abolizione del voto popolare attraverso un antidemocratico voto di secondo livello da parte dei consiglieri comunali e dei sindaci". Gli scriventi chiedono che le Province, come organi costituzionali, debbano essere nuovamente elette a suffragio universale, come previsto nel dettato costituzionale che prevede all'Art. 1 che il popolo è sovrano, e all'art. 48 che il voto debba essere libero, uguale, personale e segreto. "In queste elezioni - proseguono - il popolo è escluso da qualsiasi scelta. Eletti e elettori hanno un peso diverso tramite il voto ponderale: ogni consigliere comunale ed ogni sindaco rappresenta, con il proprio voto, un numero variabile di elettori a seconda del numero degli abitanti del comune di appartenenza. Pertanto - concludono - si genera il paradosso per cui il voto di un consigliere del comune capoluogo vale 10 volte quello di un suo collega di un piccolo comune".
FINO A QUANDO RESISTERANNO? In pratica, con la situazione attuale, assistiamo alla (re)esistenza per un tempo ancora indefinito di una struttura dello Stato, con ampi poteri amministrativi, ma il cui governo viene deciso attraverso un meccanismo di voto che, non soltanto gli scriventi, definiscono contorto. Ricordiamo che il personale delle Province Italiane è in corso di riallocazione presso altri Enti territoriali, quali i Comuni, le Regioni ed i Tribunali. Mentre restano in vigore le responsabilità e le funzioni delle Province, ad esempio la manutenzione e la sicurezza delle strade provinciali, così come la loro autonomia finanziaria. Insomma che succederà?
Redazione Independent