“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Le due lettere inviate dagli hacker della ASL di L'Aquila
I cybercriminali hanno diffuso dati sensibili riguardanti i pazienti ma hanno anche esortato i cittadini ad agire contro i vertici sanitari (class action) per un risarcimento
I dati trafugati dagli hacker “Monti” alla ASL 1 dell’Aquila e da poco pubblicati sul dark web, sta creando profonda inquietudine tra i cittadini della provincia aquilana ed anche dell’Abruzzo. La portata del furto degli archivi della ASL è molto grave in quanto una quantità impressionante di referti, tra cui quelli di pazienti di Ostetricia, Ginecologia, Neopsichiatria infantile, Medicina interna e perfino Malattie Infettive, è stata diffusa sul dark web. E, come se non bastasse, il trafugamento di dati riguarda anche quelli sensibili del personale sanitario che è preoccupato per i conti bancari di cui sono titolari. Violando la legge sulla privacy, ora questi dati possono essere consultati da chiunque. Come c’era da aspettarsi i cybercriminali hanno inviato una prima lettera tramite le pagine deep web del gruppo “Monti” al presidente della Regione, Marco Marsilio, e al Direttore della Asl di Avezzano Sulmona L’Aquila, Ferdinando Romano, proponendo loro il ripristino di tutti i dati nel giro di otto ore, in cambio di un accordo che probabilmente verterebbe sul pagamento di un riscatto milionario. Il Presidente della nostra Regione ha subito precisato che nessun riscatto sarà pagato, anche perché lo vieta la legge. I pirati del web, sempre rivolgendosi nella missiva a Marsilio ed a Romano, arrivano a sostenere che “non vi interessa la sicurezza dei dati dei vostri cittadini. I dati dei vostri cittadini giacevano effettivamente per strada e non erano protetti in alcun modo”. Probabilmente anche per sollecitare il pagamento del riscatto gli hacker hanno pubblicato una seconda lettera indirizzata ai cittadini abruzzesi contenente un elenco di mille nomi di utenti della Asl1 a cui sarebbero stati rubati i dati. La lettera si rivolge ai nominativi elencati nella missiva, consigliando loro di agire legalmente “per presentare un reclamo contro ASL1 per la conservazione impropria dei tuoi dati personali”. Anche questa seconda lettera rappresenta un "vulnus" per gli utenti della ASL1 che potrebbero intentare azioni giuridiche contro l'Azienda Sanitaria. Gli avvocati Marco Colantoni e Pierluigi D'Amore, rispettivamente del foro dell'Aquila e Avezzano, stanno ricevendo richieste dai propri assistiti per essere tutelati dalla violazione della loro privacy e non escludono di avanzare richieste di risarcimento o una Class Action.
Cari Marco Marsilio e Ferdinando Romano!
Siamo solidali con voi per i problemi che hanno travolto la Regione dopo l’attacco alla Asl1, ma questo incidente vi deve aprire gli occhi su molti problemi: corruzione, avidità e stupidità di quelle persone a cui è stata affidata la cosa più preziosa della vita: la vostra salute, caricate di pesanti tasse i cittadini, su una casa di cartone, in cui conservate i dati sulla salute dei vostri cittadini, i vostri contribuenti.
Li imbrogliate, spendete i loro soldi, ma non li proteggete in alcun modo. Non vi interessa la sicurezza dei dati dei vostri cittadini. I dati dei vostri cittadini giacevano effettivamente per strada e non erano protetti in alcun modo. Evitate una riunione della commissione sanitaria del consiglio regionale, adducendo problemi di privacy, tenendo così all’oscuro i vostri cittadini.
Fate 10 riunioni interne al giorno, ma non succede niente. State solo dicendo che i vostri cittadini stanno soffrendo. Perché non contattate noi? Possiamo sicuramente trovare un accordo. Parlate di mesi di recupero che costano un sacco di soldi. Noi invece ripristineremo il vostro database in non più di 8 ore. Pertanto, ancora una volta vi consigliamo vivamente di andare nella chat specificata per discutere l’affare.